La morte di Massimo Bochicchio resta ancora avvolta nel mistero. Ma l’autopsia chiarisce alcuni punti: il broker dei vip morto il 19 giugno scorso mentre percorreva in moto via Salaria è morto nello schianto contro il muro. Secondo gli esperti non sarebbe bruciato vivo nel rogo della moto ma era già deceduto quando il mezzo si è incendiato. Una sola certezza in mezzo a numerosi misteri che ancora aleggiano intorno all’uomo accusato di aver truffato i suoi clienti ‘Vip’ (in particolare nel mondo del calcio, come Antonio Conte, Marcello Lippi, Patrice Evra, Federico Pastorello) facendo scomparire il denaro che avevano investito.
Secondo quanto riportato dal Corriere, l’autopsia evidenzia come il broker sia morto per le gravi ferite e i traumi riportati a seguito del violento impatto. Numerosi ancora gli interrogativi. Perché Bochicchio sbandò finendo rovinosamente contro il muro? Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera, gli investigatori non possono escludere con certezza nemmeno l’ipotesi del suicidio. Sono attesi anche i risultati dell’esame istologico sui tessuti del broker.
Lungo la strada percorsa il broker non avrebbe incontrato ostacoli, avvallamenti, o c’è notizia di manovre spericolate di altri guidatori. Il pm Andrea Cusani indaga per istigazione al suicidio. Ma la pista investigativa appare complessa. Chi aveva incontrato quella mattina il broker? Per il momento ancora non è stato possibile risalire in nessun modo a qualcuno.
Certo è che Bochicchio era accusato di aver fatto sparire il patrimonio di circa 30 clienti per un ammanco di circa 600 milioni di euro. Il giorno dopo la sua drammatica morte sarebbe dovuto comparire in tribunale per un’udienza. Bochicchio si era offerto di risarcire tutti di quei soldi, in modo da alleggerire la sua posizione giudiziaria, ma secondo gli avvocati non aveva a disposizione quel denaro perché le casse delle sue società erano vuote.
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