Didacta Italia è il luogo dove si incontrano gli innovatori che vogliono cambiare la scuola. Sin dalla prima edizione collabora con noi Massimo Belardinelli, 63 anni di Città di Castello in provincia di Perugia. È andato in pensione da un anno ma continua a lavorare senza sosta perché è uno dei 14 Ambassador di “Avanguardie educative” un progetto decennale inventato da Giovanni Biondi quando era Presidente di Indire.

Nella scuola dove lavorava, il San Filippo, si realizzano da alcuni anni ambienti come quelli richiesti ora dal piano Scuola 4.0 Pnrr. Racconta Belardinelli che “col piano Scuola 4.0 PNRR, arriveranno mediamente 500.000 euro a Scuola, è una enormità rispetto alle risorse di solito disponibili. Noi al San Filippo, un Circolo didattico con 6 scuole dell’infanzia e 6 primarie, dal 2016 abbiamo cambiato gli spazi educativi e la didattica con pochissimi soldi”.

Belardinelli è un fiume in piena, mi spiega dove nasce la visione di scuola innovativa elaborata al San Filippo. “Nasce da questo territorio, perché qui cento anni fa i Baroni Franchetti, pubblicarono la prima copia del metodo Montessori scritto da lei e stampata dalla casa editrice Scipione Lapi di qui”. Belardinelli spiega che “il nostro modello di scuola è il superamento della classe, è una nuova organizzazione degli spazi, perché fare spazio nella scuola significa fare spazio nella nostra testa”.

Innovare gli spazi si è rivelato molto efficace per cambiare la didattica. Il Prof ci spiega una cosa tanto semplice quanto vera “noi adulti abbiamo una idea di scuola di cento anni fa, invece il mondo è cambiato e i ragazzi sono cambiati. Anche le nostre case sono cambiate in modo radicale, prima c’era il corridoio, la sala da pranzo e il salotto dove ci si andava solo nelle feste comandate, c’era la cucina, la casa era organizzata per ambienti specializzati con il corridoio centrale. I ragazzi oggi vivono in case completamente diverse, in ambienti non più così definiti. Non possiamo portarli a scuola in ambienti di cento anni fa, fatiscenti, con un’eco micidiale e nessuna attenzione al benessere. Collaboro con 18 scuole per impostare il Piano si scuola 4.0 PNRR, porto le nostre esperienze per investire bene le risorse che hanno a disposizione. Progettiamo a partire dal microclima. L’acustica, ed esempio, è determinante. Il riverbero tipico delle nostre aule è fonte di stress e di distrazione. Bisogna occuparsi della fonoassorbenza. Se si sta bene a scuola si impara meglio, bisogna occuparsi del benessere psicofisico di bambini e ragazzi”.

Belardinelli sempre a proposito di ambienti “sani” dove apprendere ci spiega la loro teoria dei colori “vengono ancora costruite scuole con lo zoccolo di un metro e mezzo, con vernice lavabile. Il bambino che entra in un luogo del genere pensa di entrare in un ospedale, mentre invece nel nostro approccio sui colori le pareti sono senza zoccolo, di colore omogeneo e gli spigoli non sono rotti perché li proteggiamo. I ragazzi devono crescere in un ambiente curato e accogliente, questa è educazione alla cittadinanza. Accogliente, colorato e con il giusto microclima. In questo modo i ragazzi hanno cura della scuola e sono loro che gestiscono le piccole manutenzioni, così si educano alla autonoma e alla responsabilità”.

In questo progetto di scuola “nuova” quindi, gli spazi sono completamente diversi, vengono utilizzati tutti gli spazi, i corridoi diventano delle piazze, ci sono aree dove si può fare attività libera. Le classi spariscono e diminuisce la dispersione scolastica. La frontiera è la didattica attiva e la personalizzazione dell’insegnamento. Tutto questo ha come obiettivo primario l’acquisizione di competenze trasversali quali la creatività, la capacità di collaborare anche a distanza e fare sistema con la capacità di affrontare problemi nuovi. È fondamentale prepararli ad un mondo che cambia molto velocemente. Tutto questo non può avvenire esclusivamente con l’attività trasmissiva”.

Riprendiamo a parlare di PNRR e in particolare dei fondi orientati al digitale. “Lavoriamo molto sulle tecnologie per la relazione, portiamo i ragazzi ad usare insieme le tecnologie. Sono nativi digitali, il problema non è portarli online, ma andarli a riprendere perché nel mondo che vivranno distinguere tra analogico e digitale sarà difficile. Lavoriamo molto sul transmediale, li portiamo dentro il digitale ma contemporaneamente li educhiamo anche ad uscirne. A Didacta Italia quest’anno abbiamo messo un tappeto di dieci metri con la linea dei numeri, vicino ci abbiamo messo un tavolo interattivo con il microscopio digitale. Dovevano capire quanti ingrandimenti faceva il microscopio, ma non si faceva teoricamente, lo si faceva sul tappeto fisicamente. Bisogna imparare ad entrare ma anche ad uscire dal virtuale per vivere bene nel mondo reale. Usiamo il digitale per la relazione: non compriamo tanti microscopi, ma colleghiamo il microscopio ad una superficie interattiva in modo tale che i ragazzi pur usando il digitale possano interagire tra loro. L’approccio transmediale e l’uso relazionale del digitale fornisce loro un’altra competenza: gestire loro il digitale e non essere gestiti, acquisire anticorpi ad un eccesso di digitale sarà fondamentale per il loro futuro”.

Chiudo questa bellissima conversazione con il Prof. Belardinelli chiedendogli quanta fiducia ha nel fatto che tutta la scuola possa portare a compimento la rivoluzione della innovazione. La risposta è secca “attenzione alla burocrazia che potrebbe snaturare la grande spinta alla innovazione. Se ci si concentra troppo sulle procedure e poco sui risultati, questo è il rischio”. E allora, facciamo attenzione, come sistema paese non possiamo permettercelo.

Di seguito il link al video realizzato da Indire, che mostra le innovazioni realizzate dalla scuola primaria San Filippo di Città di Castello nel 2016.

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Ho lavorato in tutte le istituzioni italiane: Assessora al Comune di Firenze, Presidente di Agensport - Regione Lazio, Deputata della Repubblica, Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 sono Coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, l’edizione italiana di “Didacta International” la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania. Sono sposata con Ricarda Concia, criminologa tedesca, con cui vivo a Francoforte dal 2014.