Doveva essere il giorno dei chiarimenti alla sezione disciplinare del Csm. E invece i dubbi sulle modalità di conduzione dell’indagine di Perugia nei confronti di Luca Palamara da parte del Gico della guardia di finanza sono rimasti intatti. Il maggiore Fabio Di Bella e il maresciallo Gianluca Orrea, chiamati ieri a testimoniare nel processo a carico dei cinque ex consiglieri del Csm che parteciparono con Luca Palamara al celebre dopocena all’hotel Champagne con i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri, hanno più volte ripetuto di non aver capito che il “Cosimo” di cui si parlava in una conversazione del 7 maggio 2019 fosse proprio lui, nonostante lo avessero molte volte intercettato, pedinato e fotografato.

Questa conversazione fra Palamara e il togato del Csm Luigi Spina, che precedeva l’appuntamento serale, era stata ascoltata e trascritta alle ore 18.42 dell’8 maggio 2019, quindi oltre cinque ore prima dell’incontro dell’hotel Champagne. I finanzieri durante l’intera testimonianza non sono riusciti a chiarire tale aspetto, nonostante il colloquio fosse anche stato qualificato “molto importante”. Che la testimonianza soprattutto di Di Bella non sia stata esaltante lo dimostra la richiesta della stessa Procura generale della Cassazione di sentire anche l’ingegnere Duilio Bianchi della Rcs, lo società che fornì il trojan agli investigatori, non inserito nella lista testi delle parti, poiché a costui Di Bella ha praticamente sempre fatto riferimento come se le indagini le avesse fatte lui e non la finanza.

Nessuna domanda, poi, è stata fatta al maresciallo Orrea – né dai giudici, né dalla Procura generale, né – incredibilmente – dagli avvocati degli ex togati – su quanto risulta dalla relazione della società Rcs del 29 luglio 2019. Nella nota si legge che il sottufficiale del Gico interviene, interrompendola, sulla programmazione del trojan effettuata dal collega il giorno precedente. L’8 maggio del 2019, alle ore “1:33:53 PM” il maresciallo Roberto D’Acunto aveva infatti programmato l’orario in cui il trojan si doveva accendere dalle “6:00:00 PM”, prevedendo lo spegnimento alle successive “11:59:59 PM”. L’indomani mattina, Orrea, alle ore “11:45:13 AM” modificava la programmazione, inserendo un nuovo orario, “2:00:00 AM”. Si trattava di un orario antecedente al momento in cui veniva effettuata l’operazione.

Tale modifica, di circa dieci ore prima, aveva l’effetto di far “impazzire” il software, sprogrammandolo e cancellando l’inserimento fatto da D’Acunto. La conseguenza dell’operazione di Orrea sarà quella che il trojan, inizialmente programmato per coprire tutta la serata del 9 maggio, dalle ore 18 alla mezzanotte, non intercetterà cosa si diranno a cena al ristorante dei Parioli Mamma Angelina Palamara, il procuratore Giuseppe Pignatone, e altri importanti giudici della Capitale. Il trojan ripartirà, come da programmazione, solo il giorno dopo, il 10 maggio, alle 9.18 del mattino.