È la prova regina che i magistrati di Siena hanno utilizzato per chiudere il caso di David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi, come suicidio.

Eppure tra le centinaia di allegati alla richiesta di archiviazione della procura di Genova che indagava sui colleghi di Siena e su come erano state fatte le indagini sulla morte di Rossi, spunta un documento che sembra in realtà far crollare l’intero castello.

A pubblicarlo è L’Espresso in un articolo a firma Antonio Fraschilla: si tratta in particolare di una relazione della polizia postale che mette in dubbio la prova utilizzata dai magistrati senesi per definire suicidio quanto accaduto la sera del 6 marzo 2013, con la caduta di Rossi da una finestra della sede centrale di Mps in piazza Salimbeni.

La prova è la mail inviata il 4 marzo da Rossi all’amministratore delegato dell’istituto di credito Fabrizio Viola in cui annuncia il suicidio, due giorni prima della morte. Rossi scrive a Viola: “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!”. Nella relazione della polizia postale, a pagina 31, si legge infatti che vi sono due versioni di questa mail “ma entrambe hanno data di creazione il 7 marzo 2013” alle ore 11,41. In pratica il messaggio sarebbe stato creato dopo il decesso dell’ex responsabile della comunicazione di Mps.

Spiegano infatti dalla polizia postale: “Il delivery time è del 4 marzo 2013 alle ore 9,13 e in entrambe la frase riportata è “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!. Va rilevata l’anomalia, alla quale non è stato possibile trovare elementi di risconto in questo hard disk”.

A rendere tutto ancora più misterioso è che lo stesso Viola, ascoltato dai magistrati, riferirà di “non ricordare” di aver ricevuto la mail delle 10:13 nella quale Rossi “annunciava la sua volontà suicidaria”.

Al contrario invece, l’ex amministratore delegato di Mps ricorderà tutti gli altri scambi via mail avuti quel giorno col responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi: “Riconosco tutte le altre mail scambiate con lui quel giorno. Non ricordo di aver parlato con lui telefonicamente prima dello scambio delle mail. Ribadisco che se c’è stata una telefonata è stata successiva a queste mail. Non era sereno per questo ci sentimmo per telefono, tuttavia non manifestò eccessivi segni di disperazione o ansia”.

LA COMISSIONE D’INCHIESTA – Proprio oggi l’Ufficio di presidenza della Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi ha nominato come consulenti due “magistrati di altissimo valore ed esperienza, ora in pensione”.

Si tratta di Carlo Nordio, già procuratore aggiunto di Venezia, e Roberto Alfonso, già procuratore generale presso la Corte di Appello di Milano. A renderlo noto è stato Pierantonio Zanettin, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul decesso dell’ex responsabile della comunicazione di Mps.

Redazione

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