Era uno dei simboli della “diversità” del Movimento 5 Stelle, quella trovata dal sapore di populismo spicciolo che doveva dimostrare agli italiani come gli eletti grillini fossero diversi dai parlamentari degli altri partiti: loro infatti segnalavano tutte le spese effettuate, oltre alle restituzioni dello stipendio alla comunità, poi investiti in un fondo per iniziative di pubblica utilità.

Ma il sito tirendiconto.it, nato per quello scopo, non c’è più. Il portale è in vendita, come riscontrabile collegandosi all’indirizzo con un messaggio in francese della società di web hosting OVH. Una conseguenza dell’ascesa al comando del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e soprattutto dell’atto che ha preceduto l’incoronazione dell’ex premier, ovvero il divorzio tra M5S e l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio.

Sul sito fino a pochi giorni fa erano presenti sul sito, proprietà dell’associazione Rousseau, gli elenchi dei parlamentari e dei consiglieri regionali: a tutti era consentito controllare chi avesse restituito parte del proprio stipendio, così come era possibile verificare gli esponenti pentastellati che non avevano dato indietro quanto promesso. Per gli eletti la cifra da restituire è pari a 2.500 euro: mille al Movimento e 1.500 alla “collettività”.

Una possibilità che ora non esiste più dopo il divorzio Conte-Grillo-Casaleggio. Proprio l’ex presidente del Consiglio ha assicurato che le restituzioni da parta degli eletti grillini continueranno per le stesse cifre già accordate a inizio legislatura, ma con una differenza non da poco: la verifica non sarà più pubblica, addio trasparenza.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia