Le richieste di aiuto nell'ultimo anno aumentano dell'80%
Napoli, dramma Covid: ristoratori e professionisti in fila alla Caritas
Il nuovo Dossier regionale sulla povertà elaborato dalla Caritas uscirà a fine maggio, ma i dati che già emergono dai 200 Centri di ascolto disseminati nelle 25 diocesi della Campania tracciano un quadro desolante. Commercianti, in gran parte ristoratori, ma anche artigiani, lavoratori autonomi e liberi professionisti iniziano ad affollare le mense per i poveri. Una generazione produttiva e operosa, bloccata dalla pandemia, di colpo costretta a fronteggiare l’emergenza economica. Sono l’80% in più le richieste di aiuto nell’ultimo anno ai Centri di ascolto della regione. Oltre 14mila le famiglie coinvolte.
“Il profilo dell’indigenza è cambiato completamente”, sostiene Ciro Grassini, responsabile dell’Osservatorio regionale Caritas sulla povertà. Anche per questo motivo – riporta Il Mattino – il rapporto, che generalmente è annuale, questa volta mette insieme gli ultimi due anni. “Abbiamo avuto la netta percezione – prosegue Grassini – che l’anno scorso la pandemia stava trasformando anche il disagio e così ci siamo fermati per capire meglio. I fatti, strada facendo, hanno confermato il nostro timore. La povertà è cambiata”.
Oltre a cambiare, ha anche invertito il trend. Nell’ultimo report, del 2019, era infatti stata registrata una diminuzione delle richieste di aiuto. Secondo Grassini parte del merito è del reddito di cittadinanza, “che sulla platea dei poveri cronici è riuscito a dare un po’ di respiro”.
“Ma con la pandemia – prosegue il responsabile – ci siamo trovati di fronte persone che non erano abituate alla povertà”. Lavoratori in nero che hanno perso tutti, commercianti e ristoratori in crisi, famiglie intere diventate di colpo indigenti. Per la maggior parte si tratta di italiani, spesso sposati e con figli. L’età media è 47 anni. “Chiedono beni alimentari, vestiti, a volte anche solo una parola di ascolto. C’è molta vergogna, quasi paura di farsi avanti”.
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