"Chi vuole lavorare lo fa, ma lo scalo non sta funzionando"
Obbligo green pass, al porto di Trieste “nessun blocco” ma camion tornano indietro. Draghi: no dietrofront e tamponi gratis
“Il porto di Trieste non sta funzionando, ma non c’è nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa“. Parole di Stefano Puzzer, leader del sindacato autonomo che ha organizzato la manifestazione contro l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass per l’accesso al lavoro. I lavoratori portuali di Trieste si dicono pronti a scioperare fino al 20 ottobre.
Sono già circa un migliaio le persone raggruppate davanti al Varco 4 del Porto di Trieste. Non si tratta solo di portuali, molti riconoscibili dai giubbotti gialli, ma anche di tanti che non operano nello scalo. L’accesso fino a questo momento è stato consentito ma i camion che arrivano, magari da oltre confine, si scoraggiano per la folla e tornano indietro.
Che il porto non sta funzionando “si capisce dalle gru ferme e dal fatto che alcune navi sono state spostate in altri porti” spiega Michele Bussoni, altro portuale. “Sono entrate pochissime persone, della mia azienda solo due persone” aggiunge.
La protesta è organizzata del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste (Clpt). Nei giorni scorsi il sindacato autonomo ha respinto la mediazione proposta dal governo di tamponi gratis pagati dalle azienda per chi non ha il certificato verde. Secondo il Clpt, sindacato di base che rappresenta un terzo dei 950 addetti dello scalo, su 950 lavoratori circa il 40 per cento non ha il Green pass.
Quello di Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate. La Commissione di Garanza degli scioperi ha giudicato “illegittimo” lo sciopero e, in quanto tale, il prefetto Valerio Valerio ha detto che configura un reato a carico di chi partecipa.
Proteste anche a Genova
Un presidio di lavoratori ha bloccato poco prima delle 8 le operazioni portuali al varco Etiopia, nel porto di Genova. Al momento l’operatività dello scalo è nulla. Al terminal nessun particolare problema.
Il blocco ad Ancona
L’accesso nord alla zona portuale di Ancona è di fatto bloccato da una manifestazione dei lavoratori dei cantieri sul Green pass, oltre ad un camionista in transito che si è fermato bloccando l’area. Circa 200 le persone in sit-in, in gran parte personale di aziende e del porto, oltre a studenti: tutti contrari al certificato verde obbligatorio dalla giornata odierna per accedere ai luoghi di lavoro.
Trieste chiama, Ancona e Genova rispondono. Lavoratori del porto e cittadini bloccano accesso ai porti di Ancona e Genova. Chiedono revoca dell’obbligo del passaporto sanitario per lavorare. pic.twitter.com/JWPZQVvlUM
— RadioGenova (@RadioGenova) October 15, 2021
Boom di pass verde scaricati in 24 ore
Giovedì 14 ottobre, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo per i posti di lavoro, sono stati scaricati 860.094, mai così tanti da tre mesi. E’ quanto si evince dal portale del Governo sulla certificazione verde. Il giorno prima, mercoledì 13 ottobre, erano stati circa 560 mila. Aumentano i Green pass scaricati dopo la vaccinazione, 223.165 (il giorno prima erano 188.924) ma soprattutto quelli post-tampone, ben 632.802, contro i 360.415 di mercoledì.
Draghi: Nessuna retromarcia
“Il decreto non cambierà“. L’obbligo di Green pass per tutti i dipendenti pubblici e privati entrerà in vigore e non si torna indietro. La linea del Governo è chiara: nessun passo indietro. L’unica ‘limatura’ che in queste ore si valuta a palazzo Chigi riguarderebbe un intervento sul credito di imposta per andare a ‘scontare’ ulteriormente il prezzo dei tamponi. Si tratterebbe, viene spiegato, di andare a ‘ritoccare’ la misura già attuata nel decreto Sostegni bis, che aveva introdotto il riconoscimento di un credito d’imposta al 30% per le aziende in relazione alle spese sostenute fino ad agosto per la sanificazione degli ambienti e l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, comprendendo anche le spese per la somministrazione dei test ‘anti Covid’. Scartata quindi la possibilità di prevedere tamponi gratuiti, ovvero pagati dallo Stato.
Il premier ne parla con i leader di Cgil, Cisl e Uil. Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri continuano a chiedere una revisione dei prezzi al ribasso e che i costi siano sostenuti dalle aziende.
© Riproduzione riservata