Ha confessato l’omicidio di Luigi Criscuolo, noto a tutti a Pavia come “Gigi Bici” per la sua popolare rivendita di biciclette. Barbara Pasetti, la fisioterapista accusata dell’omicidio del commerciante scomparso l’8 novembre 2021, ha ammesso di averlo ammazzato e poi fatto “scomparire”.

La novità, scrive l’Agi, emerge dall’avviso di chiusura dell’inchiesta che le ha notificato la Procura in queste ore nel carcere di Vigevano, dove da tempo è reclusa.

L’ultima fase delle indagini – si legge in una nota della Procura – è stata volta a cercare ulteriori elementi di riscontro dell’impianto accusatorio, che ha trovato integrale conferma nelle dichiarazioni rese da Pasetti nell’interrogatorio alla quale lei stessa ha richiesto di sottoporsi il 5 ottobre 2022 nell’alveo del quale ha ammesso gli addebiti“.

Pasetti è accusata di omicidio aggravato e tentata estorsione. Criscuolo, scomparso di casa la mattina dell’8 novembre 2021, sarebbe stato ucciso dalla fisioterapista nella stessa giornata con una pistola calibro 7,65 che la stessa Pasetti gli aveva consegnato. Con quell’arma Criscuolo avrebbe dovuto aggredire Gian Andrea Toffano, ex marito della donna, un incarico su commissione.

Quella mattina però “Gigi Bici” si era recato dalla Pasetti per restituirle l’arma, non volendo più partecipare al piano. Di fronte al ‘no’ di Criscuolo, Pasetti secondo la Procura avrebbe preso la pistola, indossato dei guanti e sparato alla tempia dell’uomo uccidendolo.

In un campo vicino alla sua villa, nel pomeriggio del 20 dicembre 2021, venne trovato il cadavere di Criscuolo, che era sparito dall’8 novembre precedente.

Dopo la confessione di ottobre, le indagini della Procura sono poi proseguite per per far luce sulle “modalità di esecuzione del delitto“, sulle “ragioni che l’avevano portata ad avere rapporti personali con Luigi Criscuolo” e anche sui comportamenti tenuti dallo stesso Gigi Bici verso la donna, in particolare su “inattese richieste di denaro” che l’uomo avrebbe avanzato. Nei confronti di Barbara Pasetti è caduta l’aggravante, inizialmente contestata, della premeditazione perché i fatti, spiegano gli inquirenti, “si sono svolti in modo repentino e sostanzialmente occasionale“.

Nei mesi scorsi, ricorda l’Agi, erano state fatte diverse analisi su oggetti sequestrati a ottobre nell’abitazione dell’indagata a Calignano, frazione di Cura Carpignano. Una bici nera da uomo, che potrebbe essere appartenuta alla vittima, alcune lettere e due corde che, secondo gli investigatori, sarebbero servite per trasportare il corpo della vittima fino al luogo dove poi era stato ritrovato.

(in aggiornamento)

Redazione