Anche il padre di Andrea Papi, il 26enne ucciso dall’orsa JJ4 sul Monte Peller in Trentino, non vuole l’abbattimento del plantigrado. “La vita dell’orsa JJ4 non ci restituirà nostro figlio. Troppo comodo cercare di chiudere questa tragedia eliminando un animale, a cui non può essere imputata la volontà di uccidere. Non ci interessano i trofei della politica: noi pretendiamo che ad Andrea venga restituita dignità e riconosciuta giustizia”, ha dichiarato Carlo Papi in un’intervista a Repubblica. Sull’orsa pende un’ordinanza di abbattimento della provincia autonoma, sospesa dal Tar. JJ4 è stata catturata nella notte tra lunedì e martedì, è stata trasferita al centro faunistico Casteller.

Anche l’Ordine dei Veterinari ha definito “ingiustificata” l’ordinanza di abbattimento. “Non vi è stato alcun confronto con il governatore”. A favore si è schierato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha citato la valutazione dell’Ispra. “In questo momento l’orsa è nello stesso luogo in cui si trovava quell’altro orso che doveva essere abbattuto 4 anni fa circa e che il Consiglio di Stato invece ha ritenuto di non far abbattere. Pertanto, aspettiamo”, ha detto a Mattino 5. Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha firmato un altro decreto col quale ha disposto l’abbattimento di un altro orso, MJ5, ritenuto responsabile di un’altra aggressione, che si è consumata lo scorso 5 marzo in Val di Rabbi.

Alla famiglia non interessano “vendette simboliche”, uccidere l’orsa “non significa fare Giustizia”. Il padre del 26enne ha dichiarato che alcune dichiarazioni “nelle ultime ore vengono distorte, o usate per uno scontro in cui non vogliamo essere coinvolti e che ci umilia”. La moglie, Franca Ghirardini, dopo i funerali del figlio aveva fatto diffondere una lettera tramite i suoi avvocati: “Voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell’orso. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha diretto, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano. L’abbattimento dell’orso non mi ridarà Andrea”. Posizioni che il marito assume nell’intervista al quotidiano.

Per Carlo Papi “qualcuno deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità della morte di Andrea. A costo di fare un passo indietro rispetto al ruolo pubblico che ricopre”. Nessuno ha chiesto scusa alla famiglia, nessuno ha spiegato le cause che hanno portato alla tragedia. “Confidiamo nella Procura di Trento e nei nostri avvocati: il governo attuale della Provincia, come quelli che l’hanno preceduto, hanno il dovere di chiarire, assieme allo Stato, se è stato fatto il possibile per garantire la sicurezza“.

Per l’uomo “la morte di Andrea si poteva evitare. Le istituzioni non hanno fatto niente per spiegare alla gente come comportarsi con un numero così alto di orsi: cosa fare per prevenire incontri, quali zone non frequentare, come reagire a un attacco. Hanno lasciato tutti ignoranti e tranquilli, senza nemmeno installare i cassonetti anti-orso in tutti i paesi a rischio. Nessuno ha chiesto alla gente se condivideva la reintroduzione degli orsi, nessuno ha fatto il necessario per renderla compatibile con la nostra e la loro vita”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.