Luca Palamara ancora nel mirino. L’ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Anm nel corso dell’udienza preliminare in corso a Perugia si è visto piovere addosso altre accuse: la procura ha infatti modificato il campo d’imputazione contestandogli i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari.

Palamara in particolare è accusato di aver acquisito informazioni riservate da pubblici ministeri di Roma e di Messina sui procedimenti a carico dell’imprenditore e lobbista Fabrizio Centofanti in merito ai rapporti tra quest’ultimo e l’avvocato Piero Amara. In pratica, secondo i magistrati di Cantone, tra il 2017 e il 2018 Palamara grazie al suo ruolo di pm e membro del Csm avrebbe raccolto e passato informazioni riservate in cambio di vantaggi personali.

Stando alla ricostruzione dei magistrati, con la procura rappresentata dal capo dell’Ufficio Raffaele Cantone e dai sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano, l’ex presidente dell’Anm, radiato dalla magistratura, avrebbe ricevuto in cambio da Centofanti vacanze, viaggi e lavori eseguiti da varie ditte presso l’abitazione di Adele Attisani, anch’essa imputata, considerata dai pm “istigatrice” delle presunte condotte illecite.

Palamara e i suoi legali hanno chiesto, dopo la formulazione dei nuovi capi di accusa, i termini a difesa e l’udienza è stata rinviata al 19 marzo.

Secondo la difesa di Palamara, rappresentata dall’avvocato Benedetto Buratti, “dopo tre di indagini sono stati nuovamente riesumati elementi già noti e in parte già ritenuti inattendibili”.

Il legale ha spiegato all’AdnKronos, lasciando il Centro Capitini dove si è svolta l’udienza preliminare, che sulla nuova contestazione da parte della procura “ci riserviamo ogni valutazione difensiva che consentirà al nostro assistito di chiarire le vicende che lo riguardano. Certo stupisce che dopo tre anni vengano valorizzati elementi investigativi proprio in questo periodo”. Durante l’udienza Palamara ha scelto di lasciare l’aula dopo aver sentito affermazioni percepite come offensive dalla ricostruzione dei fatti fatta dai magistrati di Perugia.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.