Sarebbe andato a prendere la cocaina con l’auto blu della Regione Siciliana, con tanto di lampeggiante acceso, l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Questo è quanto è emerso dall’indagine che ha portato all’arresto di Mario Di Ferro, presunto pusher del politico e gestore del noto ristorante Villa Zito frequentato da professionisti, vip e politici palermitani.

Sono sei in totale le misure cautelari per spaccio di droga che stanno scuotendo in queste ore i salotti della Palermo bene e della politica. Lo chef Mario Di Ferro tornato ai domiciliari dopo essere stato arrestato pochi mesi fa. E’ accusato di aver ceduto droga anche all’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che non risulta comunque indagato in quanto consumatore.

Sin dalle prime battute era emerso che l’arresto di Di Ferro fosse soltanto la punta dell’iceberg di un’inchiesta sulla quale investigatori e inquirenti hanno mantenuto il massimo riserbo. Lasciando intendere, comunque, che le indagini potessero riguardare un giro di spaccio di droga che coinvolgerebbe colletti bianchi e imprenditori del “salotto buono della città”, a riprova dell’alto tasso di consumo di cocaina e di altre droghe in città. Altri due arrestati sono Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati in passato per spaccio. L’inchiesta è coordinata dal procuratore del capoluogo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Il commento di Gianfranco Miccichè: “Mai andato con lampeggianti accesi”

“Sono molto sereno. Ho la coscienza a posto. Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso. E’ un errore che ho fatto nella vita di cui sono pentito. Considero molto più importante nella mia vita essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono”. Queste le parole dell’ex presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

 

Redazione

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