L'insediamento
Papa Leone XIV, l’appello per i bambini di Gaza e il ricevimento di Zelensky. Il pontificato inizia con “l’amore al centro”

“Tu es Petrus, et super hanc petram / ædificabo Ecclesiam meam, / et porta inferi non pravalebunt adversus eam,/ et tibi dabo claves regni cælorum”. Così il celebre passo del Vangelo secondo Matteo ( Mt 16 -18-19) segna l’inizio della Messa di “Inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma”, quella che un tempo fino a Paolo VI fu la messa di incoronazione del Sommo Pontefice. Delegazioni da tutto il mondo e oltre 200.000 presenti in Piazza San Pietro, in via della Conciliazione e nelle vie laterali. Per Leone XIV anche il primo giro in “papamobile”, per oltre un’ora.
Il Santo Padre che si narra essere un appassionato di guida, non ha mancato di mostrare la sua attenzione alle manovre durante il lungo giro per Piazza San Pietro e Via della Conciliazione fino a Castel Sant’Angelo. La celebrazione eucaristica è stata un chiaro ritorno alla tradizione con una evidente centralità dell’azione liturgica. Dominanti il Latino e il Greco le lingue delle tradizione Cristina.
Leone XIV ha ricevuto il pallio – non da la Cardinale Protodiacono Mamberti ricoverato d’urgenza per una fibrillazione atriale, dal Cardinale Zenari e l’anello piscatorio dal Cardinale Tagle. Nel riceverlo Leone XIV non è riuscito, come già avvenuto nella sua prima apparizione sulla Loggia delle Benedizioni, a trattenere l’emozione. Nella sua omelia il Santo Padre ha fissato quelli che saranno i punti centrali del suo Ministero, elementi già evidenti nelle scelte simboliche, e nei primi Interventi in queste prima settima di Pontificato de facto. Forti anche le parole con cui il Papa ha voluto simbolicamente presentarsi ai fedeli “ con timore e tremore, vengo a voi come un fratello”.
L’unità della Chiesa, l’amore al centro
Il Papa ha parlato apertamente dell’importanza dell’unità della Chiesa e del dialogo costruttivo di tutto il mondo Cristiano. Ricordando che nella carità e nell’amore di Cristo sta la forza attrattiva della Chiesa , non nella propaganda. E ad essere centrale è stata la parola amore, nella sua declinazione più forte, autentica, quella dell’amore di Dio. Non un amore comune ma il più forte, e anche il più vero in quanto originario. Per questo il Sommo Pontefice ha voluto ricordare anche l’importanza di “ custodire il ricco patrimonio della Chiesa” e di “ far vibrare le corde del nostro cuore”. L’amore in fondo è non la base solida di ogni riconciliazione e della cessazione di ogni i dissidio.
Il saluto ai pellegrini
Al termine del Regina Coeli, Papa Leone XIV ha voluto salutare i pellegrini giunti a Roma in rappresentanza delle Confraternite per la giornata dedicata nel corso del Giubileo. “Tenete vivo – ha detto il Santo Padre – il grande patrimonio della pietà popolare “. Non sono mancate le note politiche, con l’appello per i bambini di Gaza e “gli anziani ridotti alla fame. Nel Myanmar nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti. La martoriata Ucraina attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura”.
Il ricevimento di Zelensky
Dopo la Santa Messa il Santo Padre ha ricevuto in udienza proprio il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua consorte. Zelensky ha avuto anche un colloquio di trenta minuti con il Vicepresidente JD Vance, i due non si vedevano dallo scontro nello studio ovale, mentre lunedì ci sarà – salvo novità dell’ultima ora – la telefonata tra Trump e Putin – utile per bloccare lo stallo delle trattative diplomatiche. Gli occhi attenti dei curiosi hanno notato anche un fitto colloquio tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani anch’esso di circa trenta minuti. Il Santo Padre in conclusione ha affidato “a Maria il servizio del Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale, dalla ‘barca di Pietro ‘guardiamo a Lei, Stella del Mare, Madre del Buon Consiglio, come segno di speranza”.
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