Cisl e Utili d'impresa
Partecipazione dei lavoratori agli utili, il governo Meloni apre alla proposta della Cisl. Sbarra: “Sostegno importante”
Intanto la Cisl prosegue la mobilitazione tra sedi sindacali e piazze per la proposta sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa

Mentre Pd, 5 stelle, Calenda e il cocomero di Bonelli e Fratoianni hanno trasformato la loro estate militante in una raccolta firme online sul salario minimo, la Cisl prosegue la mobilitazione tra sedi sindacali e piazze per la proposta sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa.
La novità è che anche la maggioranza apre alla proposta della Cisl. Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fdi: ci dice che “È giunto il momento di dare attuazione all’articolo 46 della nostra Costituzione, da sempre disatteso. Esso contempla il diritto – non la facoltà o la possibilità – dei lavoratori a collaborare alla gestione delle imprese”- ci dice Foti- “Un principio, quello espresso nella Costituzione Italiana, che affonda le sue radici nella dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla Rerum Novarum di Papa Leone XIII.
Oggi il sindacato di Sbarra sta raccogliendo le firme in tutta Italia a sostegno della proposta e guardiamo con particolare attenzione a questa iniziativa che, non a caso, ha raccolto anche l’adesione di molti parlamentari di Fratelli d’Italia. È una vera e propria rivoluzione nell’ambito della politica sindacale. Infatti, la partecipazione, così come configurata, è un atto di responsabilità che non a caso trova terreno poco fertile tra i sindacati di natura conflittuale, essendo evidente che se si partecipa alle decisioni e alle scelte organizzative non si può, al tempo stesso, alzare le bandiere del contenzioso e della protesta. “Inoltre- dice il capogruppo di Fdl- è una proposta che va controcorrente: a differenza di coloro che vanno a caccia di firme facili volte a richiedere aumenti salariali, si chiede di sostenere forme di partecipazione che superano il vetusto schema conflittuale capitale/lavoro, rendendo il lavoratore protagonista dell’impresa in cui opera. Del resto esempi positivi di collaborazione aziendale si sono via via affermati, già a partire dagli anni ‘50.
Oggi si tratta di favorire, non di imporre, su tutto il territorio nazionale una forma di partecipazione che pur dovendo, inevitabilmente, tenere conto delle caratteristiche peculiari di ogni impresa, del territorio, dell’andamento del settore, consentirà ai lavoratori di partecipare ai guadagni dell’impresa e di potere dire la loro anche nei consigli di amministrazione o di sorveglianza della stessa”.
Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, accoglie con favore l’adesione di Fratelli d’Italia alla proposta del sindacato: “È molto importante e ragione di soddisfazione vedere sostegni e adesioni in queste settimane alla iniziativa Cisl sulla partecipazione e democrazia economica. Un’attenzione crescente ed apprezzamenti tra i cittadini ed i lavoratori, ma anche nel sistema universitario, imprenditoriale, politico e giornalistico. Avessimo avuto la legge in questi anni avremmo avuto salari più alti, qualità e stabilità del lavoro , meno delocalizzazioni, più produttività, maggiore controllo sulla sicurezza negli ambienti lavorativi, innovazione e crescita”.
E mentre il sito online del campo largo è caduto dopo poche ore dall’avvio (del resto lo cura Vito Crimi, a proposito di competenza!), Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi-Ecr a Strasburgo e Bruxelles- ricorda che “Per anni la Destra italiana ha presentato come prima proposta di legge di ogni legislatura quella per la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa in attuazione dell’art. 46 della Costituzione. La raccolta firme della CISL- ci dice Fidanza- così come lo storico sostegno dell’Ugl e di aree significative del mondo cattolico, nonché un consenso crescente tra gli schieramenti politici e le parti sociali, possono contribuire a far partire questa nuova stagione, all’insegna di una moderna economia sociale di mercato”.
A favore della proposta Cisl anche Italia Viva: “La partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa è una risposta giusta perché si lega a due temi fondamentali per l’economia italiana: l’aumento dei salari e del reddito dei lavoratori italiani e il miglioramento della produttività aziendale che è’ più debole in Italia rispetto ai competitor europei più importanti” dice la coordinatrice nazionale Raffaella Paita: “La misura dovrà essere accompagnata con un regime fiscale di favore che premia la corresponsione di questi utili partecipativi detassandoli”.
© Riproduzione riservata