Un mese e mezzo fa le nostre vite si sono fermate, ma non sono finite. Gli italiani durante il lockdown hanno mostrato grande senso di responsabilità ed è il momento di dare un messaggio chiaro di speranza per il nostro futuro. Dobbiamo superare l’emergenza sanitaria, rilanciare l’economia garantendo la coesione sociale e rinnovare il Paese. Il modo in cui affronteremo questa sfida segnerà il nostro successo o fallimento. Per questo insieme ad alcuni professionisti, imprenditori e accademici abbiamo elaborato un Piano di azione per uscire, rapidamente e in sicurezza, dalla emergenza e ricostruire il nostro Paese (www.ricostruireitalia.it), e che abbiamo mandato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e all’ing. Vittorio Colao. Si può uscire dalla emergenza sanitaria cambiando la strategia di protezione dal contagio, isolando e localizzando i contagiati, proteggendo chi lavora, aumentando il numero di tamponi, mascherine, dispositivi di protezione, con regole condivise sul distanziamento sociale da rispettare rigorosamente. Solo così riapriremo gradualmente la nostra società e potremo rilanciare l’economia, solo così torneremo a lavorare e i nostri figli potranno tornare a scuola.

Allora saremo davanti a un momento decisivo perché dovremo sostenere le imprese, il nostro sistema industriale e produttivo, i settori più colpiti dalla serrata come il turismo e il commercio, non solo garantendo liquidità ma con una svolta normativa che eviti fallimenti a catena e liberi le energie del Paese. È questo l’obiettivo a medio e lungo termine di “Ricostruire”. Fare quello che in Italia non si è riusciti a fare per anni: abbassare le tasse sotto il 40%, abbattere i vincoli della burocrazia più pervasiva, ridurre la spesa e il debito eliminando provvedimenti costosi come Reddito di cittadinanza e Quota 100, superare il codice degli appalti e strutture come Anac per fare grandi investimenti infrastrutturali e rendere competitivo e attrattivo per gli investitori il nostro sistema economico, e ancora investire sulla ricerca scientifica, riorganizzarla con più innovazione ed efficienza nei processi di trasferimento tecnologico.

L’Italia purtroppo è stata colpita dalla pandemia nel suo momento di maggiore debolezza istituzionale, con l’economia meno produttiva d’Europa, il debito più elevato, una pressione fiscale e burocratica insostenibile e, per colpa delle tare storiche, rischiamo di non cogliere le opportunità che arriveranno della ripresa mondiale. Eppure, ancora una volta, stiamo dimostrando di essere un popolo forte e generoso, penso ai nostri medici, agli infermieri, a chi lavora nelle
farmacie, nei trasporti pubblici e nella grande distribuzione, ai tanti volontari in prima linea, a chi anche grazie al web ha continuato a offrire istruzione, sostegno alla disabilità, istruzione, consulenze, cultura, tanto da farci capire finalmente qual è il potenziale della trasformazione tecnologica in Italia.

Ecco, il nostro appello non è rivolto solo al presidente del Consiglio e alla task force guidata da Colao ma a tutti quegli italiani che stanno rispettando le regole, a chi vuole tornare al lavoro e a chi deve lavorare in sicurezza. Per vincere questa battaglia e ricostruire l’italia dobbiamo essere motivati e organizzare l’impegno, la determinazione e le capacità del nostro Paese.

Sul sito di “Ricostruire” ci sono le proposte del nostro Piano descritte nel dettaglio e altre ne arriveranno da chi vuol mettere la propria competenza a disposizione del Paese. Non dobbiamo abbassare la guardia contro il virus ma cambiare paradigma per superare la emergenza, evitare nuove ondate di diffusione del virus, impegnarci per la ripresa e fare quelle riforme che il Paese aspetta da anni. Così torneremo protagonisti in Europa e nel mondo.