La campagna
Perché ci sono dei ritardi nella consegna dei vaccini anti-covid in Italia

È arrivata oggi una nuova frenata alla consegna delle dosi dei vaccini Pfizer-BioNTech in Italia. Erano previste 397mila dosi per questa settimana, tra lunedì e martedì sono state tagliate del 29%. Già venerdì era stato deciso il taglio di 165mila dosi. Il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane. L’azienda, che ha sviluppato il farmaco anti-covid che assicura una protezione del 95%, la prima a vedere il proprio prodotto approvato e distribuito in Europa e negli Stati Uniti, aveva fatto sapere il 15 gennaio che tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio consegnerà ai Paesi europei meno dosi. Dovrebbero essere 9 milioni le dosi destinate all’Italia entro marzo, secondo gli accordi negoziati dalla Commissione Europea.
Le ragioni dei ritardi sono gli interventi programmati nello stabilimento dell’azienda di Puurs, in Belgio, necessari ad aumentare la produzione nei prossimi mesi. Interventi che hanno richiesto più tempo del previsto per essere apportati. L’azienda aveva comunque assicurato che le consegne del primo trimestre del 2021 saranno rispettate. Il Commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri aveva lamentato che Pfizer “ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura”. La consegna è gestita infatti dall’azienda. Arcuri aveva minacciato “azioni conseguenti in tutte le sedi”.
La struttura commissariale ha fatto invece sapere, scrive Il Post, che ieri sono state consegnate 48mila dosi, oggi 53mila invece di 347mila, domani 294mila. “Ulteriore incredibile ritardo”, ha lamentato il commissario Arcuri. Il commissario sarà oggi in riunione con i ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari Regionali) e le Regioni. Si vocifera di un “meccanismo di solidarietà”: le Regioni che hanno più dosi potrebbero cedere una parte a quelle che ne hanno meno per fare i richiami e quindi completare il doppio ciclo di inoculazione. Le dosi disponibili saranno infatti utilizzate per somministrare la seconda dose. Il taglio non ha deciso infatti una distribuzione proporzionale: le Regioni più in difficoltà sono l’Emilia Romagna (25mila dosi in meno), il Veneto (24mila) e la Lombardia (25mila).
La seconda fase della vaccinazione potrebbe subire ritardi. Le priorità della fase 2 sono gli over-80 e una prima quota di 400mila pazienti oncologici, ematologici e cardiologici, come confermato dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Alcune Regioni, come il Lazio, ha già cominciato a somministrare le dosi agli over-80 e a pazienti oncologici, ematologici e cardiologici. Si attende intanto l’ok da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco, e quindi dell’Agenzia Italiana, al farmaco AstraZeneca. Un’approvazione che aumenterebbe ulteriormente le dosi a disposizione – 16 milioni le dosi destinate all’Italia.
Il Financial Times ha scritto che i lavori alla sede belga di Pfizer potrebbe portare la produzione dagli 1,3 miliardi di dosi previsti nel 2021 ai 2 miliardi. Non è chiaro tuttavia quando le consegne torneranno a regime. Politico ha scritto l’8 febbraio. Pfizer in un comunicato ha detto dal 25 gennaio, “con le consegne che saranno aumentate a partire dal 15 febbraio”. Non è casuale che non appena la campagna ha subito dei ritardi sono partite dichiarazioni a dir poco scivolose e polemiche: il caso delle parole dell’assessore al Welfare della Lombardia Letizia Moratti è emblematico.
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