La distribuzione dei vaccini fatta anche in base alla ricchezza prodotta da una regione, ovvero il contributo che danno al Pil. E’ quanto chiede la Lombardia, attraverso la vicepresidente e neo assessore al Welfare Letizia Moratti. Una lettera inviata al commissario straordinario Domenico Arcuri viene chiesto al Governo di valutare quattro parametri per la ripartizione dei vaccini anti-Covid nelle regioni italiane.
La circostanza è emersa nel corso di una riunione tra Moratti e i capogruppo in programma nel pomeriggio al Pirellone. “La vicepresidente Moratti sulla distribuzione dei vaccini ha chiesto una serie di integrazioni che mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri”, ha spiegato il presidente della Regione Attilio Fontana in conferenza stampa. “Questo merita una discussione immediata in Consiglio: i criteri elencati al momento ci sembrano discutibili se non discriminatori”, ha subito replicato il capogruppo M5S al Pirellone, Massimo De Rosa.
Ripartizione che dovrebbe essere stabilita – secondo la regione Lombardia, in base alla densità della popolazione della regione, la maggiore mobilità, il numero di contagiati nel territorio e il Pil che produce.
Intanto sulla richiesta avanzata nei giorni scorsi dalla stessa Moratti, ovvero quella di sospendere temporaneamente la zona rossa in attesa della valutazione di nuovi dati, il governatore Fontana si è così espresso: “Non impugniamo l’ordinanza. Impugniamo il Dpcm. Ed è per questo che il ricorso sarà presentato, tra stasera e domani mattina, al Tar del Lazio“.
La Lombardia ha deciso di impugnare il Dpcm nella parte in cui si fa riferimento “agli scenari e ai rischi” con cui vengono stabiliti (e anche ulteriormente inaspriti) i parametri utilizzati per decidere le restrizioni da adottare nei diversi territori. La regione chiede che il valore fondamentale da tenere in considerazione non sia più l’Rt: “Chiediamo che l’andamento epidemiologico sia valutato principalmente in base all’incidenza dei nuovi positivi”, spiega Fontana, “che in Lombardia si attesta intorno a quota “130”. Questo, secondo il governatore, permetterebbe di classificare il territorio come “arancione e non rosso”.
“La nostra obiezione è stata supportata anche dall’Istituto superiore di sanità e crediamo che il governo dovrebbe prenderci in considerazione”, sottolinea il governatore. Nel caso in cui il Governo dovesse darci una risposta, siamo pronti anche a cambiare idea sul ricorso”.
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