Il caso dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione
Perché Silvana Saguto è stata condannata, quali sono le accuse all’ex giudice
La Corte d’Appello di Caltanissetta ha condannato a 8 anni e 10 mesi l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, imputata di corruzione, concussione e abuso d’ufficio. La giudice, che nel corso del processo è stata anche radiata dalla magistratura, era accusata di aver gestito illecitamente le nomine degli amministratori giudiziari dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, scegliendo solo professionisti a lei fedelissimi. In cambio avrebbe ricevuto da loro denaro, favori e regali.
In primo grado aveva avuto 8 anni e 6 mesi. “Eravamo in tre a decidere, non ero sola”, aveva detto nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta nel processo di primo grado. Il colpo di scena era arrivato quando dalla borsa aveva tirato fuori un’agendina blu iniziando a fare nomi e cognomi di coloro che le avrebbero segnalato nomine per le amministrazioni giudiziarie. “Ho ritrovato per caso – aveva affermato – l’agenda in cui mettevo i biglietti che ricevevo ogni giorno. Mi venivano segnalati gli amministratori giudiziari da nominare. Anche da parte di colleghi magistrati e avvocati. In questa agenda ci sono tutti. Perché tutti mi facevano segnalazioni. Io chiedevo solo che fossero persone qualificate”. Aveva anche sottolineato che grazie alla sua gestione i sequestri “sono aumentati del 400 per cento”.
La procura generale di Caltanissetta aveva chiesto alla Corte di condannare l’ex giudice a 10 anni di reclusione. La Corte ha imposto pure all’imputata di risarcire con 7mila 850 euro il ministero della Giustizia, costituito parte civile. Nel processo erano imputati a vario titolo anche personaggi ritenuti appartenenti al “cerchio magico” dell’ex presidente. Tra loro l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, considerato il “re” degli amministratori giudiziari, che è stato condannato a 7 anni e 7 mesi; il marito dell’ex giudice, l’ingegnere Lorenzo Caramma, condannato, come in primo grado, a 6 anni e due mesi, il figlio di Silvana Saguto, Emanuele Caramma, condannato a 4 mesi. Confermata la pena di 3 anni per l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo e per il professore della Kore di Enna ed ex amministratore giudiziario Carmelo Provenzano, che in primo grado aveva avuto 6 anni e 10 mesi.
Il dispositivo della sentenza è stato letto dal presidente della Corte d’appello di Caltanissetta, Marco Sabella, dopo quattro ore di camera di consiglio. “Bisognerà leggere con attenzione le motivazioni. Il dispositivo è molto lungo e dettagliato. La sentenza conferma l’impianto che era già stato ritenuto dal giudice di primo grado”. Con queste parole il sostituto procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti ha commentato la sentenza. “Non parlerei né di successi né di insuccessi – ha detto – In linea di massima l’impianto accusatorio è stato mantenuto, tranne il depotenziamento di alcuni reati satellitari secondari rispetto ai fatti principali. A caldo ci pare una sentenza favorevole, per noi soddisfattiva rispetto a quelle che erano le nostre aspettative”.
All’inizio della sua requisitoria, nel processo d’appello iniziato il 18 novembre dello scorso anno, nei confronti di 12 imputati, l’ex procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava, oggi Pg a Palermo, aveva sottolineato che “questo non è un processo all’antimafia. Vi assicuro che abbiamo maneggiato con cura il materiale probatorio. È stato un processo doloroso, molto doloroso anche per noi, non solo per gli imputati. Un dolore lancinante, un coltello senza manico. Ci siamo feriti anche noi. Niente suggestioni esterne. La genesi del processo non è nata dal servizio delle Iene o da un sollecito massmediatico, perché già indagavamo su questa vicenda. Non vi è stato nessun input giornalistico”.
© Riproduzione riservata