Antonio Morione venne ucciso a 41 anni mentre lavorava. Raggiunto da un proiettile alla nuca mentre bucava le ruote all’auto dei rapinatori durante la notte delle pescherie. Quella che ricade ogni 23 dicembre. Notte delle pescherie dove si lavora quasi fino all’alba e dove gli incassi sono tra i più sostanziosi perché, soprattutto al sud e soprattutto a Napoli, si fa la spesa per il cenone della vigilia di Natale, rigorosamente a base di pesce.

Quasi due anni dopo, il 7 dicembre 2023, a Boscotrecase, comune in provincia di Napoli, i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura oplontina guidata da Nunzio Fragliasso nei confronti di Giuseppe Vangone, 31 anni, hanno proceduto al fermo di quest’ultimo in quanto gravemente indiziato quale esecutore materiale dell’omicidio di “Tonio”, così come era conosciuto, avvenuto a Boscoreale nella pescheria “Il delfino”, di proprietà della vittima, in seguito ad un tentativo di rapina. Vangone è gravemente indiziato anche delle rapine commesse nella stessa data ai danni delle pescherie di Morione Antonio e di suo fratello.

Il provvedimento trae origine dall’acquisizione di ulteriori e gravi indizi di colpevolezza emersi nei confronti di Vangone, nonché dalla sussistenza di un concreto, fondato e attuale pericolo di fuga dello stesso. Le investigazioni, avviate immediatamente dopo l’omicidio avvenuto due anni fa e che scosse non poco l’opinione pubblica, hanno permesso di documentare, attraverso un’analitica ricostruzione degli eventi, che l’indagato avrebbe partecipato alla commissione di due differenti rapine presso altrettante pescherie di Boscoreale, riconducibili alla famiglia della vittima. Nello specifico, dopo aver commesso una prima rapina presso la pescheria “La Rosa dei Venti” di proprietà del fratello di Antonio Morione, Vangone, in concorso con altre tre persone, avrebbe tentato una nuova rapina presso la pescheria “Il delfino”. A causa della reazione della vittima, che iniziò a bucare le ruote dell’auto utilizzata dai banditi, Vangone avrebbe esploso almeno quattro colpi d’arma da fuoco, uno dei quali ha raggiunto Antonio Morione alla nuca, provocandone il decesso.

Omicidio pescivendolo, già due persone in carcere lo scorso luglio

Il fermo di indiziato di delitto costituisce un importante risultato frutto di incessanti attività di indagine condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura che, già in data 6 luglio 2023, avevano consentito di ottenere e successivamente eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata nei confronti di due persone (Luigi Di Napoli e Angelo Palumbo, tuttora ristretti presso le case circondariali di Napoli Secondigliano e Lecce) ritenuti responsabili, in concorso tra loro, con Vangone e con una quarta persona, dell’omicidio di Antonio Morione e delle rapine alla pescheria di quest’ultimo e del fratello. Soggetti ritenuti vicini al clan camorristico dei Gallo-Limelli-Vangone, attivo a Torre Annunziata e nelle città limitrofe.

Il GIP aveva invece rigettato la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Vangone e di un quarto complice, per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, con la Procura torrese che aveva proposto appello al Tribunale del Riesame. Tribunale della libertà che, ritenendo di contro l’esistenza di un grave quadro indiziario nei confronti dei suddetti indagati, il 6 novembre scorso aveva emesso nei confronti degli stessi la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, allo stato non eseguibile in attesa della pronuncia della Corte di Cassazione, la cui udienza è fissata per il 24 gennaio 2024.

Nonostante la prossimità della pronuncia della Corte di Cassazione, la Procura di Torre Annunziata ha disposto l’adozione del decreto di fermo nei confronti di Vangone dopo aver raccolto, grazie alle indagini dei Carabinieri che non hanno conosciuto alcuna sosta, ulteriori, concordanti e gravi indizi di colpevolezza a suo carico e concreti elementi che hanno indotto a ritenere fondato ed attuale il pericolo di fuga del predetto.

Omicidio pescivendolo, in casa presunto killer armi e droga

In occasione del fermo di Giuseppe Vangone si è poi proceduto a perquisizione domiciliare all’esito della quale sono stati rinvenuti nella sua disponibilità e sequestrati una pistola revolver, calibro 38 special, marca “Smith &Wesson”, con matricola abrasa e con cinque cartucce già caricate nel tamburo; un fucile sovrapposto a canne mozze, calibro 12, privo di matricola e in pessimo stato di conservazione; 17 cartucce calibro 7,62×39 (munizionamento da guerra); una pluralità di sostanze stupefacenti del tipo hashish (5,5 grammi circa), marijuana (110 grammi) e cocaina (4,5 grammi circa); n relazione ai quali si è proceduto contestualmente al fermo, all’arresto di Vangone in flagranza di reato per detenzione illegale di armi comuni da sparo clandestine e di sostanze stupefacenti.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.