Lavoro piuttosto male. A casa neanche troppo bene. Futuro, meglio non pensarci. E non devono sentirsi neanche troppo bene gli italiani under 35, o almeno questo è quello che emerge da un report realizzato da Eures per conto del Consiglio Nazionale dei Giovani. Al centro dell’indagine i ragazzi tra 18 e 35 anni: sono state intervistate 960 persona in quell’arco di anni d’età. Il quadro che viene fuori è tutt’altro che positivo, ottimista neanche a parlarne.

Una generazione di uomini e donne più o meno giovani, in età più o meno tardo adolescenziale che fa fatica a trovare lavoro, e quando trova il lavoro fatica a trovare stabilità; che non riesce a raggiungere un’autonomia, e quindi a lasciare il tetto familiare; che non può immaginare una tarda età serena, con una pensione equa, e quella pensione spesso e volentieri neanche sa da dove e come arriva. Una fotografia precaria e poco rosea, quella che emerge su quest’incrocio di età tra tardi Millenials e prima Generazione Z.

LAVORO – Parte tutto da qui. Dalla soddisfazione e dalla realizzazione personale. Che vuol dire quasi sempre un lavoro, un’occupazione più o meno stabile, retribuita il giusto. Ci mettono circa tre anni e mezzo nei cinque anni dopo il diploma i giovani a trovare un lavoro. Il 37,2% di questi ha un posto stabile, il 26% precario con contratto a termine, il 23,7% è disoccupato, il 13,1% è uno studente lavoratore. Solo quattro su dieci hanno lavorato per l’80% del tempo, ovvero con “bassa discontinuità”. La mazzata finale sulla retribuzione: solo il 7,4% supera i 20mila euro all’anno, il 23,9% inferiore a 5mila, il 35% tra 5 e 10mila.

A LAVORO – Il 54,6% del campione ha lavorato almeno una volta in nero, il 61,5% di aver accettato un lavoro sottopagato, il 37,5% aver ricevuto pagamenti inferiori a quelli pattuiti, il 32,5% di non essere stato pagato affatto. Il 13,6% ha dichiarato di aver subito molestie o vessazioni. Per quello che riguarda la mobilità: il 27,1% si è trasferito in un’altra Regione per lavoro, il 28% in un altro comune, solo l’8,2% ha rifiutato offerte di lavoro fuori dal proprio comune.

CASA E FAMIGLIA – Con questi presupposti il progetto di costruirsi una famiglia e di avere una casa diventa un sogno o quasi. Oltre il 50% del campione vive con i genitori, solo il 37,9% vive solo o con un partner. È il 56,3% la percentuale delle persone con lavoro stabile che hanno creato una propria famiglia; dato che scende al 33,5% tra quelli che hanno lavori discontinui. Un contesto che pesa anche sulle scelte procreative: il 6,5% ha detto di avere figli, il 60,9% vorrebbe averne, il 32,6% ha detto di non averne e di non volerne. Solo il 12,4% degli intervistati è proprietario della casa in cui abita. Quattro su 10 non hanno i requisiti per chiedere un mutuo.

PENSIONE – Non ci sperano o non ci pensano alla pensione gli under 35 italiani. Il 44,4% immagina che smetterà di lavorare dopo i 70 anni, il 35,4% tra 65 e 69, il 10,9% prima dei 65. Il 73,9% non crede che l’assegno gli consentirà una vita dignitosa, il 26% mostra fiducia. Addirittura il 17,6% pensa che riceverà meno di 500 euro. Senonché molti degli intervistati non conoscono i criteri del calcolo della pensione, circa il 53%. Due su tre non conoscono la loro situazione contributiva. Nove su dieci pensano di attivare una pensione integrativa fidandosi poco di quella pubblica.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.