Per i polacchi Bruxelles è peggio di Mosca. È questa, in estrema sintesi, l’analisi delle presidenziali che, a Varsavia, hanno visto vincere il candidato indipendente, ma sostenuto dai conservatori del PiS, Karol Nawrocki. Con uno scarto di circa 369mila voti, su oltre 20 milioni totali, il nuovo Capo dello Stato ha battuto Rafał Trzaskowski, riformista e sindaco uscente di Varsavia. Le percentuali delle preferenze, 50,89% contro 49,11%, danno ancor più l’idea di come il Paese sia polarizzato. Anche lui!

Un voto pro e contro l’Ucraina

Tuttavia, sarebbe riduttivo dire che ha vinto l’euroscetticismo di Nawrocki contro le proposte del liberale Trzaskowski. Di fatto, si è trattato di un voto pro e contro l’Ucraina. Vicina com’è alle zone di guerra, con i suoi oltre 500 chilometri di frontiera condivisi con Kyiv, la Polonia si sente in pericolo di vita, sì. Il nemico russo è da sempre alle porte. Ma i problemi collaterali di questo conflitto sono attuali e concreti. Mentre un’invasione è una pura eventualità. Dal 2022, si è passati da 160mila tir ucraini che varcavano il confine polacco, ogni anno, a oltre un milione oggi. Camion e autisti di Kyiv hanno invaso le strade polacche, puntando al cuore d’Europa con i loro carichi di prodotti agricoli (cereali, barbabietola da zucchero e pollame), immessi nel mercato domestico a basso costo, colpendo l’agrifood nazionale già martoriato dalle politiche agricole imposte dall’Europa. Un dumping contro cui l’Ue non ha mosso un dito. Collaterale è stata l’ondata migratoria – sono circa 800 mila i profughi ucraini in Polonia – di una popolazione che, nell’immaginario collettivo, non è molto diversa da quella russa.

Le lenti dell’elettore polacco

Nei decenni oscuri della cortina di ferro, Ucraina e Russia erano entrambe parte dell’Urss. Per i polacchi c’era poco da distinguere sull’etnia dell’oppressore. Mercato del lavoro, quindi, ma anche sicurezza ed economia nazionale. È con queste lenti che l’elettore polacco, frustrato e impaurito, ha scelto il suo nuovo presidente. In Polonia, si conferma così quel conflitto istituzionale che è proprio del suo essere repubblica parlamentare, dove però il presidente è direttamente eletto dalla popolazione. Come in Francia, ma non con le medesime prerogative in mano al capo dell’Eliseo.

Chi è e come si comporterà Karol Nawrocki

In linea con l’uscente Duda, è quasi certo che Nawrocki farà l’impossibile per opporsi a qualsiasi tentativo del premier Tusk di modernizzare il Paese. In termini di libero mercato, balance of power e diritti civili. Trumpiano e sovranista convinto, Nawrocki ha già detto di voler governare una Polonia “normale”, dove aborto, Lgbtq+ e diritti delle minoranze sono problemi estirpati per sempre. Al netto delle idee, il Paese così rischia un passo indietro. Donald Tusk, atlantista e convinto del suo ruolo di testa di ponte con la Russia di Putin, è riuscito nell’impresa di fare della Polonia un cardine indispensabile del team dei Volenterosi.
Cosa potrà mai offrire di meglio Nawrocki?