La soffiata direttamente dall’Italia: Matteo Messina Denaro, “u’siccu”, la “primula rossa” della Mafia siciliana, il più ricercato dei latitanti italiani, sarà in un ristorante con altre due persone, mercoledì 8 settembre. E quindi si imbastisce l’operazione, un blitz imponente, con armi spianate, agenti dei reparti speciali. L’irruzione però si rivela un clamoroso fiasco: a essere arrestato Mark L., turista inglese, che si trovava a l’Aja, nei Paesi Bassi, per il Gran Premio di Formula 1 (che si era tenuto il 5 settembre a Zandvoort). A imbastire l’operazione la polizia olandese e la Procura italiana di Trento.

Matteo Messina Denaro, 57 anni, originario di Castelvetrano, provincia di Trapani, è sparito nel nulla nel 1993, quando esplosero le bombe della Mafia a Milano, Firenze e Roma. Le sue tracce si sono perse dopo una vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Graviano. È ricercato anche all’estero per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto. Secondo alcune voci si troverebbe ancora in Sicilia, stando ad altre si sarebbe sottoposto a interventi di chirurgia ai polpastrelli e facciale per modificare sua fisionomia. Decine al mese, costanti, le segnalazioni di avvistamenti che arrivano alle forze dell’ordine. Zero, mai trovato, sembra imprendibile.

Doveva essere sembrato un po’ meno imprendibile, il boss, quando alla Procura di Trento, seguendo altre indagini era saltata fuori la segnalazione di un informatore: Messina Denaro sarà al ristorante Het Pleeeidoi mercoledì 8 settembre. La Procura avverte la magistratura dell’Aja, vengono preparate le forze speciali per l’operazione, mentre non è stata informata la Procura di Palermo né la Direzione Investigativa Antimafia. Sarebbero state avvertite a cose fatte, secondo quanto riporta La Repubblica. “Abbiamo operato in maniera corretta – ha commentato al quotidiano il Procuratore Nazionale Cafiero De Raho – Se l’indagine di Trento avesse avuto profili di sovrapposizione con l’inchiesta della procura di Palermo allora sarebbe stato dovuto il coinvolgimento anche di quell’ufficio. Ma l’indagine di Trento, che non riguardava il latitante, era fondata su fatti autonomi. In nessun modo si è intaccato il lavoro dei colleghi di Palermo, perché si è operato in un contesto del tutto avulso e separato”.

La frittata comunque è fatta, la storia è dominio di giornali e dei social. E si spreca l’ironia. L’operazione è stata fulminea: una decina di mezzi tra suv neri e auto, agenti dei reparti speciali vestiti di nero, con passamontagna e armi in mano, hanno fatto irruzione nel locale, spinto a terra tre persone ammanettate e bendate e trasportate vi al Nieuw Vosseveld di Vught, considerato il carcere più sicuro e inviolabile dei Paesi Bassi. L’uomo tra i tre che doveva essere Messina Denaro era invece Mark L., arrivato da Liverpool. Il suo avvocato Leo van Kleef è stato chiamato per conto del suo cliente Matteo Messina Denaro.

“Ho ricevuto dal carcere una telefonata. Mi hanno detto che un erto Matteo Messina Denaro mi voleva come suo avvocato. Io non lo avevo mai sentito nominare, ho dovuto cercarlo su Google”, ha detto al giornale Het Parool. Il suo assistito era stato arrestato in Inghilterra negli anni ’90 e quindi l’avvocato ha invitato le forze dell’ordine a controllare le impronte digitali nei database britannici. “Gli accertamenti hanno dimostrato che l’arrestato non è l’italiano ricercato – il comunicato della polizia – Questa sera il pubblico ministero ha emesso un provvedimento di rilascio immediato”. Per questo genere di operazioni esiste un protocollo collaudato per le verifiche. Messina Denaro è stato avvistato recentemente allo stadio durante una partita, a passeggio a Milano e in un pub a Dublino, durante una battuta di caccia a Castelvetrano e a Camden Town a Londra. Altre segnalazioni lo vogliono in Bulgaria oppure in Guatemala, secondo altre avrebbe acquistato una flotta di pescherecci in Sicilia. Un collaboratore di Giustizia ritiene si muova tra la Sicilia e la Versilia. Resta introvabile.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.