I veleni sul voto
Primarie PD, scintille sui numeri tra Bonaccini e Schlein: sul voto l’ombra delle “tessere dopate”
Il confronto nei circoli tra gli iscritti al Partito Democratico è appena iniziato, ma i veleni sono già a livelli di guardia. Al termine del primo weekend di voto per la corsa alla guida del Nazareno, col la prima fase nei circoli riservata ai tesserati che terminerà il prossimo 12 febbraio (il 19 in Lombardia e Lazio per la concomitanza con le elezioni regionali), è battaglia sui numeri.
Colpa della scelta del Partito Democratico ‘nazionale’ di non diffondere dati ufficiali sulla partecipazione al voto, lasciando il compito alle parti in campo, ovvero i candidati Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli.
I primi due, grandi favoriti per emergere come la coppia più votata che poi affronterà la ‘sfida finale’ del voto dei gazebo il 26 febbraio, aperto anche ai non iscritti al partito, forniscono infatti dati diversi.
Il risultato chiave non cambia, ma sono differenti le proporzioni: secondo il comitato di Bonaccini, il presidente dell’Emilia Romagna sarebbe largamente avanti nel voto degli iscritti (dati alle 19 di domenica 5 febbraio) con 7.760 voti, pari 50,22%, davanti alla sua ex vice in Regione Elly Schlein a quota 5.619 (36,37%), Gianni Cuperlo 1.333 (8,63%) e Paola De Micheli 645 (4,17%).
Numeri che non tornano secondo Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein, che riduce lo scarto vertiginoso tra i due ‘contendenti’ dai 14 punti “bonacciniani” ai sei. “Altri avevano i sondaggi, noi abbiamo sale, teatri e piazze stracolme ogni giorno che passa. Sapevamo che stava montando un’onda incredibile di entusiasmo e partecipazione ed è arrivata nel voto. Siamo al 40,8%, a 6,5% da Bonaccini (47,3%) su 14mila voti monitorati. Un’onda arrivata anche tra gli iscritti e le iscritte. Forse qualcuno pensava di aver già vinto, i dati dimostrano che c’è una voglia di cambiamento inarrestabile e che ci riempie di gioia”, scrive Furfaro.
Il voto operaio e quello renziano
Ma al di là della questione numerica, dai primi giorni di voto tra gli iscritti Dem emergono alcuni dati interessanti o quantomeno simbolici. È il caso per esempio del circolo fiorentino delle Vie Nuove, roccaforte di Matteo Renzi quando l’attuale leader di Italia Viva era a capo del PD. Nel circolo dove Renzi era tesserato e registrava consensi bulgari (il 75% alle primarie del 2013 e l’89% in quelle del 2017, ricorda il Corriere della Sera), Schlein prende il doppio dei voti di Bonaccini (48 a 23), anche se in Toscana è avanti il governatore dell’Emilia Romagna.
Molto meno incoraggiante è invece il dato che arriva da Mirafiori, il rione operaio di Torino. Come riporta il Secolo d’Italia, ai cancelli dell’ex Fiat (ora Stellantis) si sono presentati al seggio PD in 24, oltre la metà degli iscritti che sono 51: per Schlein, la candidata definita “più a sinistra” del gruppo, sono arrivati solo due voti. La deputata è stata superata da Bonaccini ma anche da Gianni Cuperlo.
I dubbi sulle tessere
C’è poi la questione dei tesseramenti, con gli iscritti che assumono un ruolo centrale in questa prima fase di consultazioni riservate ai soli membri del Partito Democratico.
Piero Comandini, consigliere regionale e candidato alle primarie dem in Sardegna, evoca il “cancellamento delle tessere dall’anagrafe nazionale” se in Sardegna “dovessero risultare delle iscrizioni fasulle al PD”. Verifiche sono in corso infatti in circa 150 iscrizioni nell’Isola. “Bisogna precisare che con le iscrizioni online – spiega l’aspirante segretario regionale – versamenti anche per più persone, per esempio una famiglia, potrebbero essere state fatte tutte con la stessa carta di credito e questo può creare dei dubbi. In ogni caso se le anomalie fossero verificate non ci devono essere tentennamenti, le tessere vanno cancellate“.
Altro caso diventato nazionale è quello di Caserta, dove la commissione nazionale per il congresso sta indagando sulle “tessere dopate” in particolare tra i circoli di Sessa Aurunca, Mondragone e Portico di Caserta.
A Sessa Aurunca vi sono mille iscritti sui 7mila dell’intera provincia: proprio dalla cittadina sul litorale casertano proviene Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale campano e sostenitore della mozione Bonaccini. Oliviero si dice “basito” e lega l’aumento di tessere alla “speranza nella ventata di novità” rappresentata da Bonaccini ma il portavoce regionale della mozione Schlein Sandro Ruotolo è tornato a chiedere lo stop alle operazioni di voto.
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