A Mariupol è stato bombardato un ospedale pediatrico. “Attacco diretto delle truppe russe all’ospedale di maternità. Gente, bambini sono sotto le macerie. Atrocità”, ha dichiarato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Anche la BBC ha riportato dell’attacco all’ospedale pediatrico citando le autorità militari locali secondo cui “le forze russe hanno sganciato diverse bombe” provocando “una distruzione colossale”. Sconosciuto il numero delle vittime. A giudicare dalle prime notizie e dalle immagini potrebbe trattarsi di una strage.

L’attacco nel giorno in cui il vice-sindaco Sergiy Orlov aveva fatto sapere di 1.170 vittime, 47 sepolte in una fossa comune. Mariupol è la città martire della guerra in Ucraina: stretta in una morsa da giorni, dove diverse evacuazioni sono già fallite a causa delle violazioni delle tregue. “La Russia continua a tenere in ostaggio oltre 400mila persone a Mariupol, blocca gli aiuti umanitari e l’evacuazione. Continuano i bombardamenti indiscriminati. A quasi 3.000 neonati mancano medicine e cibo”, ha denunciato su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

 

“Atrocità! Per quanto tempo il mondo continuerà a essere complice ignorando questo terrore? Chiudete i cieli ora! Fermate la strage. Avete il potete ma sembra abbiate perso l’umanità”, ha scritto Zelensky postando il video sui social. Il Presidente lancia più volte al giorno appelli alla comunità internazionale per istituire una No Fly Zone sul Paese. L’Occidente esclude l’eventualità: significherebbe entrare in un conflitto diretto con la Russia. Il vicesindaco parla invece di una situazione da genocidio a Mariupol. È “una situazione da Medioevo”, ha aggiunto raccontando che “le persone bevono la neve e bruciano la legna per scaldarsi”.

Mariupol rappresenta il punto più caldo della guerra in questo momento: secondo gli osservatori internazionali la sua conquista potrebbe rappresentare uno snodo fondamentale nella storia del conflitto. La città affacciata sul mare d’Azov permetterebbe di collegare il territorio della penisola di Crimea, annessa da Mosca nel 2014, e i territori del Donbass dove i ribelli filorussi hanno proclamato le repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk, lo stesso anno.

A Mariupol era stata prevista una tregua dalle 9:00 alle 21:00 che evidentemente, per l’ennesima volta, non ha retto, com’era già successo nei giorni scorsi. La distruzione dell’ospedale pediatrico è l’ennesima storia terribile in arrivo dalla città in questi ultimi giorni: dov’era morto Kirill, bambino di 18 mesi; Iliya, 16 anni; Tanya, 6 anni. Non chiamatela guerra però: il Presidente della Russia Vladimir Putin, annunciando l’invasione, aveva parlato di un’operazione per “smilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.