Boris Johnson è stato tra i primi e i più duri a condannare senza mezzi termini l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il primo ministro britannico aveva chiarito, in un viaggio in Estonia, che il Regno Unito “non combatterà le forze russe in Ucraina”. Ha invece espresso la sua idea per fermare Vladimir Putin, il Presidente della Russia che ha lanciato l’invasione dell’Ucraina ormai 11 giorni fa sotto la forma di propaganda, ovvero per “smilitarizzare” e denazificare” il Paese.

Un piano in sei punti descritto in un intervento sul New York Times. Una chiamata all’azione per la comunità internazionale, esortata a reagire alla “barbara e orribile” aggressione perché “non saranno gli storici ma il popolo ucraino a giudicarci”. Johnson, per mantenere la pressione su Mosca, sostiene che i leader mondiali debbano mobilitare “una coalizione umanitaria internazionale” per l’Ucraina e debbano sostenere Kiev “nei suoi sforzi di difesa”.

Bisogna inoltre, secondo Johnson, intensificare la pressione economica sulla Russia; la comunità internazionale deve resistere la “strisciante normalizzazione” delle sue azioni in Ucraina. Altro punto è la soluzione diplomatica alla guerra che, sostiene il premier britannico, va perseguita ma soltanto con la piena partecipazione del legittimo governo ucraino. Infine l’inquilino di Downing Street sostiene che debba essere avviata rapidamente una “campagna per rafforzare la sicurezza e la resilienza” tra i Paesi Nato.

Il premier aveva comunque escluso un intervento diretto dell’Uk in Ucraina, già in quel viaggio in Estonia. “Voglio essere chiarissimo su questo punto, non combatteremo le forze russe in Ucraina. E i nostri rinforzi, come questi rinforzi qui a Tapa, sono saldamente entro i confini dei membri della NATO e sono profondamente la cosa giusta da fare”.

Lo stesso concetto lo ha ribadito nel suo editoriale sul Nyt: “Non è un conflitto della Nato e non lo diventerà. Nessun alleato ha mandato truppe da combattimento in Ucraina. Non siamo ostili al popolo russo e non abbiamo intenzione di mettere in dubbio una grande nazione e una potenza mondiale”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.