Sulle annunciate nomine di rete e per le nuove direzioni di genere, che saranno portate domani in Cda Rai, l’amministratore delegato Fabrizio Salini rischia davvero di andare sotto, con il voto contrario di Pd, Lega e forse del consigliere eletto dai dipendenti Laganà, come lasciano intendere alcune indiscrezioni? Lo abbiamo chiesto al deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai.

Il Cda non ha il potere di bloccare le nomine di Salini – spiega Anzaldi al Riformistami sembra solo un’operazione di distrazione di massa. Se i consiglieri voteranno contro, lo faranno sapendo che il loro parere non è vincolante. Anche se ci fosse una maggioranza contraria, le nomine di rete e di genere saranno comunque approvate, perché la decisione spetta all’amministratore delegato. Il Cda esprime un parere obbligatorio ma non vincolante, come prevede la legge di riforma del 2015. I direttori di rete sono scelte che spettano all’amministratore delegato, e ci mancherebbe. Se dietro c’è stata una trattativa o una spartizione, è stato per decisione di Salini, è sua la responsabilità sui nomi che propone. Solo sui direttori dei telegiornali il parere del Cda diventa vincolante, se c’è una maggioranza di due terzi”.