“Le curve di contagio purtroppo crescono parallelamente alle curve dell’instabilità economica e all’incertezza sul futuro. La via d’uscita da questa crisi non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo. E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, creativo, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. Così Beppe Grillo commenta sul suo blog il modo in cui affrontare al meglio l’emergenza da coronavirus. Spesso, soprattutto in questi momenti di buio economico e sociale, il reddito di cittadinanza è stato criticato ma il movimento 5 stelle e lo stesso governo hanno confermato che mai come in quest’occasione c’è necessità di una misura come questa. Ma per Grillo non basta e vuole così istituire il reddito universale.
IL DISCORSO – “L’Organizzazione internazionale del lavoro stima che la disoccupazione globale potrebbe colpire 25 milioni di persone (la crisi del 2008 ha comportato un aumento di 22 milioni di disoccupati). Si prevede una caduta libera delle entrate, un aumento esponenziale della disoccupazione e una riduzione del numero di ore lavorative. Milioni di persone cadranno sotto la soglia della povertà”. Comincia così il suo discorso l’ideatore del movimento pentastellato. “Se nel 2007 avevamo affrontato una crisi finanziaria, che si era propagata all’economia reale, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più radicale, una crisi che investe tutti i settori. Le restrizioni agli spostamenti, al commercio e alla vita di tutti i giorni avranno gravi ripercussioni sui mercati delle imprese e sul benessere delle persone. Ci sono interi settori che subiranno le conseguenze di questa crisi fino alla fine dell’anno, forse alcune filiere non si riprenderanno mai o non torneranno più come prima. Potrebbe esserci un rapidissimo cambio del mercato del lavoro. Abbiamo sempre detto che circa il 50% dei posti di lavoro negli anni sarebbero scomparsi per l’automazione e i cambiamenti tecnologici. Quei cambiamenti adesso sono avvenuti non in anni, ma in un solo mese. Con un colpo di tosse”.
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