In queste ore sta accadendo qualcosa di unico nella storia della nostra democrazia. Per la prima volta in Italia è stato depositato un quesito referendario sulla depenalizzazione della cannabis che potrà essere firmato solamente online grazie al nuovissimo strumento della firma digitale. Un vero e proprio blitz democratico che si pone due obiettivi chiarissimi: eliminare tutte le sanzioni penali del carcere per i reati che riguardano la cannabis e raggiungere 500 mila firme entro il 30 settembre.

Una corsa contro il tempo che sta portando a dei risultati strepitosi. Nelle prime 24 ore dal lancio della piattaforma per firmare online, si sono raggiunte oltre 100.000 firme, dopo 48 ore i firmatari sono più che raddoppiati raggiungendo quota 220 mila. Le migliaia di firme che arrivano ogni ora sono un fortissimo segnale di democrazia diretta e di partecipazione che speravamo di ottenere. È la risposta più forte che potevamo dare a chi da anni continua a sostenere che il tema della cannabis non sia una priorità del Paese. Invece stiamo dimostrando che quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti. Da oltre un anno, con Meglio Legale, la campagna che si fa ponte tra le istituzioni e i cittadini per discutere il tema della legalizzazione della cannabis, cerchiamo di spiegare che questo tema concerne non solo i sei milioni di consumatori di cannabis in Italia ma attraversa anche la giustizia, la libertà terapeutica, la sicurezza, la possibilità di impresa e la ricerca scientifica. Ma soprattutto, è un tema che riguarda la lotta alle mafie: un dibattito che non può più essere rimandato e che deve essere affrontato con responsabilità e attenzione in tutti i suoi aspetti.

In questi mesi abbiamo assistito alla straordinaria mobilitazione di quasi un milione di cittadini sul referendum Eutanasia Legale che ha dimostrato che c’è un’Italia molto più attiva del Parlamento che non ha paura di esprimersi, impegnarsi e scegliere. Questa partecipazione dal basso si sta rivelando fondamentale anche per il #ReferendumCannabis e le 220.000 firme in meno di due giorni sottolineano la voglia di rivincita contro delle leggi proibizioniste che nei decenni si sono dimostrate fallimentari nel contrastare il narcotraffico e la criminalità organizzata, nel ridurre il consumo delle sostanze stupefacenti tra i più giovani ma soprattutto nell’educare, informare e creare sicurezza nel nostro Paese. Non è un caso che sia la Corte di Cassazione che la Commissione Antimafia si sono espresse sul tema spiegando chiaramente come la criminalizzazione dei consumatori favorisca solo le mafie. Queste motivazioni hanno spinto tantissime personalità a firmare il referendum, da Roberto Saviano a Fedez, con l’obiettivo di dar voce ai cittadini e di potersi esprimere su un tema troppo spesso politicizzato.

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione e anche da rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani che insieme hanno depositato il quesito referendario presso la Corte di Cassazione lo scorso 7 settembre. Il quesito, riferito al Testo Unico sugli stupefacenti, interviene sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative. In primo luogo, intende depenalizzare le condotte di coltivazione e detenzione illecita di qualsiasi sostanza (intervenendo sulla disposizione di cui all’art. 73, comma 1) e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla Cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito di cui all’art. 74, intervenendo sul 73, comma 4. Sul piano amministrativo, infine, il quesito propone di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori attualmente destinata a tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa, intervenendo sull’art. 75, comma 1, lettera a).

Le firme per il Referendum Cannabis dovranno essere raccolte in poco più di due settimane, visto che, secondo la legge per indire un referendum abrogativo, le firme vanno raccolte dal 1° gennaio al 30 settembre dello stesso anno. La campagna referendaria continuerà senza sosta fino all’ultimo minuto ma ci appelleremo al governo affinché non vi siano discriminazioni riguardo la possibilità di consegna delle firme certificate entro il 30 ottobre, come per gli altri referendum presentati in Cassazione prima del 15 giugno. Il nostro obiettivo resta, comunque, di riuscire a raggiungere le 500 mila firme richieste entro la scadenza vista la larghissima adesione da parte dei cittadini, di attivisti e di moltissime organizzazioni.

Oggi abbiamo la possibilità di compiere un’impresa democratica che fino a pochi mesi fa sarebbe stato inimmaginabile solamente pensare. Questo dimostra che c’è voglia di fare politica, di attivarsi e, soprattutto, di mettere al centro del dibattito un tema così caldo lasciando ai cittadini il potere di esprimersi nel pieno dei loro diritti. Tutto questo a portata di un semplice click.