Il ruolo di guastafeste è quello che ormai da anni gli si addice di più. Così Matteo Renzi non perde tempo nell’entrare a gamba tesa nel dibattito in corso in Lombardia, e non solo, per le dimissioni dell’ormai ex vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti.

La rottura provocata nel centrodestra dall’ex sindaco ed ex ministro, che si è dimessa mercoledì “di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il presidente Attilio Fontana”, sarebbero l’occasione secondo il leader di Italia Viva per riconquistare la Regione Lombardia.

Se io fossi il segretario del Pd chiamerei Moratti e le direi andiamo insieme. Questo se il Pd avesse voglia di vincere, ma il Pd di Letta voglia di vincere non ce l’ha”, sono infatti le parole di Renzi, che come al solito non lesina parole al vetriolo per il suo ex partito e per il suo segretario. Questo perché le dimissioni della Moratti sono “un fatto di grandissimo rilievo, politicamente parlando”. In ogni caso, aggiunge Renzi, “cosa farà il Terzo polo, lo deciderà la federazione Azione-Italia Viva”.

Di tempo non ce n’è moltissimo: la Lombardia tornerà al voto nel 2023 e la frattura creata dalle dimissioni di Letizia Moratti riaprono una partita che sembrava chiusa in partenza o quasi, col centrodestra che nonostante le tensioni interne già manifestate nelle scorse settimane pareva comunque destinato a ricompattarsi in vista dell’appuntamento elettorale attorno al governatore uscente della Lega.

Invece la scelta della Moratti di dimettersi è ovviamente il presupposto per una sua candidatura al Pirellone, alla testa di un gruppo di movimenti civici o assieme ad altri partiti, forse dello stesso centrosinistra come sottolineato con malizia da Attilio Fontana, che ieri parlando della sua ex vicepresidente aveva sottolineato che “guardava verso sinistra e non da oggi”.

Ma il ‘suggerimento’ di Renzi non sembra attirare consensi nel Partito Democratico. La capogruppo al Senato dei Dem, Simona Malpezzi, sembra chiudere ad una conversione del centrosinistra sulla Moratti, storicamente legata al centrodestra forzista: “Letizia Moratti è una donna di centrodestra e noi lavoriamo per un candidato che sia espressione di chi ha contrastato quel modello politico – ricorda infatti la Malpezzi -. Dobbiamo lavorare per costruire una coalizione ampia di centrosinistra e in Lombardia lo stiamo facendo da tempo. Letizia Moratti è stata espressione del governo che abbiamo contrastato con forza e la scelta di ieri ha dato ragione a quello che ha sempre detto il Partito Democratico, non solo sulla pandemia”.

Ad escludere una candidatura col supporto del centrosinistra della Moratti è anche il segretario del Partito democratico lombardo Vinicio Peluffo: “Letizia Moratti è un profilo connotato all’interno del centrodestra, il suo campo di appartenenza è quello. Per noi il sostegno alla candidatura di Moratti non è opzione

Ma in realtà l’apertura a Letizia Moratti non pare particolarmente apprezzata neanche nel Terzo Polo. Matteo Richetti, capogruppo alla Camera di Azione-Italia Viva e presidente del partito fondato da Carlo Calenda, frena platealmente all’ipotesi di una candidatura sotto le insegne del Terzo Polo dell’ormai ex vicepresidente della Lombardia: “Non è la nostra candidata. Noi salutiamo con favore ogni volta che qualcuno lascia una amministrazione” della quale non condividiamo l’azione ma “non è la candidata, la candidatura la decideremo insieme come federazione nelle prossime settimane”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia