Niente più Luca Bottura su Repubblica. Domenica infatti la sua rubrica #bravimabasta è uscita per l’ultima volta sul quotidiano diretto da Maurizio Molinari e passato ormai mesi fa nella galassia Agnelli-Elkann, che hanno preso il controllo del gruppo Gedi.

L’ennesimo congedo dal glorioso giornale della sinistra ‘liberal’ italiana, che dopo la fine della gestione De Benedetti ha dovuto fare i conti con addii pesanti come quello di Gad Lerner, Bernardo Valli, Alessandro Gilioli, Enrico Deaglio e Pino Corrias.

Una scelta dettata da “ragioni personali”, scrive Bottura nell’ultima rubrica sul giornale di Largo Fochetti, in cui ringrazia “Mario Calabresi che commise l’imprudenza di ingaggiarmi, Carlo Verdelli per la stima che mi ha dimostrato, l’attuale direzione per la libertà che mi ha gentilmente concesso”. Un pensiero quindi ai colleghi “che fanno ogni giorno un giornale bello e ricco, fondamentale non solo per l’informazione ma per ciò che ha rappresentato e ancora rappresenta nel tessuto democratico del Paese. Saluto i miei 5 lettori citando Pavese: “Non fate troppi pettegolezzi”. È una scelta personale. Bravo non saprei. Certamente basta. Buonvento, cara e vecchia Rep”.

L’addio di Bottura a Repubblica è ha ricevuto molti commenti sui social, a partire da quello di Roberto Burioni: “Mi mancherai (sul giornale)”, scrive il virologo. Ma molti altri commentatori mettono in dubbio le “ragioni personali” di Bottura, notando ad esempio come nell’ultima rubrica Molinari non venga mai citato, preferendo il termine “attuale direzione”, e inquadrando la fuoriuscita di Bottura come il segno evidente dei malumori interni al giornale per la linea adottata dalla direzione e dalla proprietà.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia