Si sono chiusi alle 15 i seggi elettorali per il voto per il referendum confermativo della riforma sul taglio del numero dei parlamentari. Un impegno elettorale che chiama alle urne 46.415.806 elettori in un totale di 61.622 sezioni.

Il referendum confermativo, a differenza di quello abrogativo, non prevede un quorum di validità, ovvero che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto: l’esito sarà valido infatti indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.

Il quesito stampato sulla scheda referendaria è il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?“.

Il referendum era stato fissato originariamente per il 29 marzo scorso, salvo poi essere posticipato per l’emergenza Coronavirus. Quello odierno è quarto referendum di tipo confermativo nella storia della Repubblica.

L’AFFLUENZA – Con 7.903 Comuni scrutinati su 7.903, a urne ormai chiuse, l’affluenza per il Referendum è del 53,84%.

I RISULTATI IN TEMPO REALE – Con tutte le 61.622 sezioni scrutinate, i Sì sono al 69,96% mentre i No sono al 30,04%.

I PRIMI COMMENTI – Tra i primi a commentare il risultato Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri del Movimento 5 Stelle e gran promotore della riforma. “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini.Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”, ha scritto su Facebook l’ex capo politico pentastellato.

A dar manforte le dichiarazioni di Vito Crimi, attuale capo politico dei 5 Stelle: “Abbiamo superato la maggioranza” anche se non c’era la necessità di un quorum per il Referendum sul taglio dei parlamentari. Il risultato “è entusiasmante e ci dice di continuare su questa strada” ascoltando la voce dei “cittadini”.

Ma a sganciare una prima ‘bomba’ è il deputato ligure della Lega Edoardo Rixi. Commentando all’AdnKronos i primi risultati sul referendum, Rixi ha spiegato infatti che “se come sembra siamo di fronte all’affermazione del Sì al referendum il dato che appare chiaro è che l’attuale parlamento non può votare il presidente della Repubblica”. “La riforma – ricorda il leghista – prevede che ci siano 600 parlamentari, non gli attuali 945, un collegio di voti decisamente diverso”.

Commentando i primi risultati in conferenza stampa, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha sottolineato che “con la vittoria del sì al Referendum, si apre una stagione di riforme. E faremo di tutto affinché questa stagione di riforme vada avanti spedita” Quanto al risultato delle Regionali e al rapporto col Movimento 5 Stelle, Zingaretti ha quindi ricordato che “se ci avessero dato retta avremmo vinto in quasi tutte le Regioni. L’unità è un’opportunità non un rischio”.

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