Nel panorama politico irlandese, una questione sta guadagnando un’attenzione crescente e non senza motivo. Parliamo del dibattito acceso su X, la piattaforma social un tempo conosciuta come Twitter, ora sotto la nuova e controversa direzione di Elon Musk, e sul ruolo da questa esercitato durante i disordini scoppiati un mese fa a Dublino.

Il premier Leo Varadkar, nella conferenza stampa di fine anno, ha sollevato forti perplessità sulla gestione della piattaforma, in particolare per quanto riguarda la moderazione dei contenuti, o meglio, la mancanza di essa. “Non si tratta solo di politica, ma di principi”, ha affermato Varadkar, aggiungendo che “Twitter è sempre stato un po’ una fogna” ma che la situazione ora sarebbe peggiorata .

La piattaforma, che ha la sua sede europea proprio nel cuore di Dublino, è finita sotto i riflettori dopo che, secondo quanto riportato dal quotidiano Business Post, sono state notevolmente allentate le regole sulla sicurezza e sulla fiducia, permettendo contenuti esplicitamente razzisti, sessisti e omofobi. Il ministro della Giustizia Helen McEntee ha sostenuto che durante la rivolta di fine novembre, a differenza delle altre piattaforme X-Twitter non aveva rimosso i contenuti più violenti e che incitavano alla guerriglia urbana. X dal canto suo ha negato sempre, sostenendo al contrario di aver rimosso 1200 contenuti circa.

“Nonostante quello che  altri possono dire – ha dichiarato il premier -, in realtà sono uno che crede nella libertà di parola, ma ci devono essere limitazioni e standard. Non credo che Twitter, o X, stia mettendo in pratica gli standard dell’UE. Altre piattaforme di social media lo fanno, e penso che se non sei nemmeno in grado di essere all’altezza dei tuoi standard, questo non si riflette molto bene su nessuna organizzazione”.

Anche il vicepremier Micheál Martin è intervenuto sulla vicenda, evidenziando come sotto la copertura della libertà di parola, la piattaforma stia consentendo materiale che molti considererebbero inaccettabile. “Assistiamo a un degrado della conversazione pubblica”, ha dichiarato Martin.

“Se ricordate all’indomani della rivolta di Dublino – ha proseguito il vicepremier- mi è stato comunicato dal ministro della giustizia e da altri che X non era così reattivo alle autorità come lo erano le altre piattaforme”.

La questione si estende ben oltre le sponde dell’Irlanda, trovando eco in quel più ampio dibattito europeo sulla regolamentazione dei giganti tecnologici e il loro impatto sulla società. L’UE stessa ha avviato procedimenti formali contro X per la gestione dei contenuti illegali online, un primo vero test del potere dell’Unione nel tenere testa a questi colossi digitali.

Redazione

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