La battaglia del Carroccio
Rottamazione cartelle, la Lega alza la posta e Giorgetti apre: 120 rate mensili, tutte uguali e senza sanzioni (ma c’è nodo coperture)
Il governo è al lavoro. Si va verso il congresso in primavera. Fedriga chiede una nuova stagione: “Non cerchiamo consenso immediato”

I nodi sul terzo mandato e sui candidati per le elezioni regionali restano lì, ancora da sbrogliare. Anche perché serviranno tempo e pazienza per trovare la quadra con gli alleati. Ma nel frattempo la Lega, nella riunione del consiglio federale, aggiunge altra carne al fuoco. Non su piccole bandierine di facciata, che in fondo non si negano a nessuno, ma su un tema di primo piano come la rottamazione delle cartelle. La proposta sul tavolo – che prevede 120 rate mensili, tutte uguali e senza sanzioni – «è stata vista e va avanti», assicura Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Finanze della Camera. Che aggiunge un elemento di rilievo: «Giorgetti ha detto che la sostiene, che la stanno studiando e che è possibile portarla avanti». Il ministro dell’Economia, al termine del vertice, si limita a un «non smentisco».
Insomma, il Carroccio insiste sulla pace fiscale «per milioni di italiani in buonafede». Il Mef è al lavoro per trovare una soluzione tecnica. Il governo sta riflettendo sullo strumento legislativo più adeguato da utilizzare entro la primavera: tra le ipotesi rientra quella di un «veicolo normativo», che sia un decreto o una legge attinente. Da via Bellerio assicurano che la proposta sarà condivisa con gli altri partiti di maggioranza. Tradotto: non c’è la volontà di strappare. Certo, ma c’è un punto da cui non si può fuggire: le coperture. E infatti Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, mette le mani avanti: «Siamo tutti d’accordo, l’unico problema è trovare le risorse per poterla fare. Aspettiamo, certamente non siamo contrari».
Quello della rottamazione delle cartelle è solo uno dei tanti argomenti su cui si resta in pressione, anche perché è sempre più vicino il congresso nazionale che – almeno nelle intenzioni – dovrebbe rilanciare le sorti del partito. L’appuntamento dovrebbe slittare ad aprile, visto che in un primo momento era stato ipotizzato il mese di marzo. Tra le date papabili c’è quella di sabato 5 aprile, ma comunque si dovrebbe tenere entro Pasqua a Roma. Prima dell’assise ci saranno tre grandi assemblee programmatiche, aperte a militanti e sostenitori: «Saranno occasioni per mettere a fuoco i temi più significativi». In Veneto si parlerà di autonomia e del buongoverno; nelle Marche finiranno al centro lavoro, pace fiscale e fisco più snello; in Campania si affronteranno i dossier su sicurezza, immigrazione e lotta alla criminalità.
Per la Lega si potrebbe aprire una nuova stagione, come testimoniano le parole di Massimiliano Fedriga. «O governiamo con la consapevolezza di quello che consegniamo o governiamo semplicemente con la volontà del consenso immediato. Questo, secondo me, sarebbe sbagliato, soprattutto in termini di sanità. Dobbiamo raccontare ai cittadini come stanno le cose», è il monito lanciato dal governatore leghista del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza Stato-Regioni. Un cambio di passo rispetto all’approccio targato Matteo Salvini, che potrebbe essere insidiato anche dall’ombra di Luca Zaia.
Al consiglio federale – riunito per circa due ore – interviene anche Michele Ennas, coordinatore regionale della Sardegna. La Regione è alle prese con il caso Alessandra Todde, e il Carroccio ribadisce la richiesta di tornare al voto «per rispetto dei cittadini, della legalità e della trasparenza». Nei prossimi giorni sono in programma diverse manifestazioni. «L’obiettivo è andare alle urne in tempi rapidi, vincere e raddoppiare iscritti ed eletti», rilanciano dalla Lega.
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