Un immenso “superpotere”
Un Avengers al Colle: serve un tetto alla rielezione altrimenti il presidente della Repubblica potrebbe restare 14, 21 o 28 anni

La sensazione è che ai cittadini non interessi molto. Ma certamente la questione appassiona molto i politici e i giornali. Parliamo della possibilità di fare il governatore di Regione per più di 2 mandati. La politica italiana aspetta febbrilmente una sentenza della Corte costituzionale che dovrebbe dirimere il dubbio. Sono 6 le Regioni coinvolte: Toscana, Veneto, Campania, Puglia, Marche e Valle d’Aosta. Un bel test per i partiti. E per gli elettori: sarà interessante se andrà al seggio almeno la metà degli aventi diritto.
La richiesta di una pronuncia della Consulta ha un obiettivo: provare a chiarire – una volta per tutte – se è lecito avere nel paese una regola univoca e certa, al di là dell’autonomia legislativa regionale. La certezza del diritto in Italia è affare sfuggente. Una contraddizione in termini. Un ossimoro. D’altronde siamo lo Stato del “Milleproroghe”, esempio plastico della possibilità di decretare per “necessità e urgenza” argomenti e temi che si tramandano da una generazione all’altra.
Siamo lo Stato che trasforma le eccezioni in regole vigenti. E a proposito di “mandati”, e di pareri definitivi e rasserenanti, dovremmo avere il coraggio di verificare anche quello del capo dello Stato. Sia detto con rispetto assoluto sia per l’istituzione sia per l’inquilino pro tempore del Quirinale. Ma se dovessimo cercare una certezza sui mandati dei governatori delle Regioni italiane, potremmo sperare in un raggio di luce conclusivo anche per il mandato della presidenza della Repubblica? Non è questione di poco conto. Se è vero che un mandato regionale che supera i 10 anni consecutivi rischia di trasformare un governatore in un piccolo re, a maggior ragione un multiplo di 7 anni al vertice della Repubblica può legittimamente generare il dubbio di un “superpotere”. Altro che “Avengers”.
In realtà, poco più di 3 anni fa due senatori del Pd (Dario Parrini e Luigi Zanda) e un loro collega del gruppo delle autonomie (Gianclaudio Bressa) presentarono un disegno di legge per modificare due articoli della Costituzione sull’elezione del presidente della Repubblica. La proposta chiedeva di cambiare l’articolo 85 della Costituzione, in modo che il primo comma recitasse: “Il presidente della Repubblica è eletto per 7 anni e non è rieleggibile”. Inoltre si proponeva di cancellare l’articolo 88 della Carta, quello che norma il cosiddetto “semestre bianco”.
In base a questo articolo, il capo dello Stato non può sciogliere le Camere “negli ultimi 6 mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi 6 mesi della legislatura”. L’intento del semestre bianco era quello di evitare che il presidente della Repubblica, nei suoi ultimi mesi di mandato, potesse sciogliere le Camere attraverso elezioni anticipate e favorire così la formazione di un Parlamento, magari meglio disposto verso una sua rielezione. Ma se venisse introdotta l’impossibilità di rieleggerlo, il senso del semestre bianco verrebbe meno.
L’idea di Zanda, Parrini e Bressa era collegata con l’eccezione consumatasi nell’aprile 2013 con la rielezione di Giorgio Napolitano. Poco meno di 2 anni aggiunti al primo settennato e conclusi con le dimissioni del gennaio 2015. Doveva essere un’eccezione, qualcuno la vide come un “vulnus” della Costituzione. Di fatto, nel 2022 è accaduto lo stesso a Sergio Mattarella. Richiamato al Quirinale dopo aver fatto pacchi e scatoloni e dopo aver dichiarato che la Costituzione non indicava a caso un mandato di 7 anni, e non di più.
Ora, visto che il limite del primo mandato è stato superato e non c’è un vincolo esplicito per un secondo – né per un terzo mandato – se l’inquilino del Colle avesse l’età di Macron potrebbe puntare a quale multiplo di 7? Potrebbe restare 14, 21 o 28 anni? I francesi, dopo due settennati di Mitterrand, hanno deciso di ridurre a 5 anni l’incarico all’Eliseo. Quando ad aprile la Consulta avrà vaticinato sul numero di mandati dei governatori di Regione, prenderà in esame anche quelli del capo dello Stato? Così, per avere una certezza in più. Sempre che i cittadini siano interessati.
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