Ignazio Marino da una parte, Virginia Raggi dall’altra. In un match combattuto sul ring del social network di Facebook, l’ex sindaco esprime pubblicamente la sua indignazione per per il futuro dell’ex “Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione” in via Guido Reni (di fronte al Maxxi), nel Municipio II di Roma. Ma la polemica non è sfuggita alla sindaca uscente grillina Virginia Raggi, che ha risposto al post del suo predecessore sul social media.

Stabilimento in via Guido Reni

Sono dieci i metri quadrati dello Stabilimento in via Guido Reni, uno spazio sufficiente per far gola all’amministrazione capitolina di turno intenzionata a rilanciare un’area cara ai turisti e ai cittadini di Roma.

Nel 2013, l’allora giunta di Ignazio Marino aveva destinato gli spazi dell’ex caserma per realizzare un museo. Per rispettare la vocazione medico-scientifica di Marino, l’ex sindaco aveva deciso di adibire il sito a Museo della Scienza, di cui Roma non è dotata. Ma ora i piani del chirurgo finiscono in soffitta.

La scienza infatti cede il posto alla formazione, ricerca e offerta di spazi espositivi destinati all’arte, design, moda e tecniche dell’audiovisivo e della cinematografia: l’ex stabilimento passa all’Accademia delle Belle Arti.

Non è stato portato avanti nessun progetto sulla Città della Scienza da parte dell’amministrazione capitolina, e così la giunta del II Municipio ha deciso di intervenire” riporta il Corriere citando la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello, e l’assessore ai Lavori pubblici, Gian Paolo Giovannelli. Con una memoria approvata, il II Municipio si propone di “accogliere la proposta presentata dall’Accademia di Belle Arti di Roma che, in maniera autonoma e senza pesare sulle finanze comunali, consentirebbe di sostenere le spese necessarie per le future attività“.

Non facciamo una proposta contro il Museo della scienza – precisa Giovannelli – ma prendiamo atto che l’amministrazione non ha più intenzione di costruire la Città della Scienza. Ormai non ci sono i tempi tecnici anche dal punto di vista progettuale. E noi chiediamo la contemporaneità con gli altri interventi già molto avanti, e che devono proseguire nel più breve tempo possibile”. 

La polemica

La scelta del II Municipio fa quindi saltare sulla sedia il fautore del progetto del Museo della Scienza, che affida sui social la sua indignazione per il cambio di passo, attaccando il partito della sindaca uscente.

Marino su Facebook si dice profondamente rattristato e dispiaciuto per Roma e per l’Italia. “Viene cancellato il piano di rigenerazione urbana di un intero quartiere di Roma e anche la realizzazione di un Museo della Scienza (Roma è l’unica Capitale del mondo occidentale a non averlo)“, scrive l’ex sindaco.

Poi l’affondo. “Non si riesce a capire il motivo, anche se qualche sospetto può sorgere: i partiti tradizionali evitano i progetti gestiti con concorsi pubblici internazionali, garanzia di trasparenza e correttezza (per via Guido Reni avevano partecipato alla competizione 246 studi di Architettura di 4 Continenti). Il Partito Democratico incredibilmente chiede al proprio ministro di bloccare l’operazione che il sindaco Marino e il ministro Saccomanni avevano fatto nell’interesse della città. Mentre al MoVimento 5 Stelle manca capacità e preparazione per gestire le grandi opere della Capitale, preferendo parlare di funivie e spiagge sul Tevere“.

Marino conclude affermando che Roma abbia bisogno di una classe dirigente completamente nuova e di vera e insindacabile qualità per tornare a fiorire.

La sindaca pentastellata, in corsa per un secondo mandato al Campidoglio, non ci sta a far passare l’attacco polemico in secondo piano. Sotto il post, Raggi si rivolge al suo predecessore con un “Caro Ignazio, voglio raccontarti come stanno realmente le cose“.

La prima cittadina di Roma sostiene che il progetto del Museo della Scienza presentato nel 2013 dalla giunta di Marino sia valido, tanto che si è tentato di portarlo avanti nel corso di questi cinque anni di mandato. Ma, afferma Raggi, il tentativo non è andato a buon fine “perché qualcuno sta mettendo i bastoni tra le ruote. La Regione Lazio e il Partito Democratico non lo vogliono e, di fatto, lo hanno bloccato“.

Dopo l’attacco alla Regione a trazione piddina, Raggi spiega all’ex collega di aver “ripreso il progetto a cui la conferenza dei sevizi ha imposto una revisione degli elaborati per problematiche diverse. Abbiamo approvato una delibera di giunta per gli interventi in variante nella primavera 2019 e poi c’è stato il via libera in Aula alla fine 2019. Poi tempi tecnici per osservazioni, controdeduzioni e pareri, lo abbiamo riportato in Assemblea capitolina a fine 2020 per l’approvazione finale nella quale si confermava appunto la destinazione a Museo della Scienza. A dicembre 2020 è stato tutto inviato alla Regione Lazio”.

Per la sindaca di Roma non c’erano dubbi: il progetto doveva andare avanti. Ma nonostante l’amministrazione abbia continuamente sollecitato la Regione per il rilascio e la firma dell’accordo, l’ultima volta lo scorso 8 luglio, non ci sono stati progressi. Anzi, continua Raggi, “Questa settimana il Pd, attraverso una memoria della Giunta del II Municipio, è uscito allo scoperto e ha detto esplicitamente che intende tornare indietro sul progetto internazionale”.

La spiegazione della pentastellata riceve numerosi apprezzamenti dagli utenti. Ma anche un assordante silenzio da parte di Marino, che non ha ancora risposto alla replica della Raggi.