È stata raggiunta l’intesa tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea per un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, l’ottavo dall’inizio del conflitto. Un accordo che vede al suo interno anche il price cap al petrolio. Il via libera, come appreso da fonti europee, è arrivato questa mattina nel corso del Coreper, la riunione dei Rappresentanti dei Paesi membri. La formalizzazione dell’approvazione dell’ottavo pacchetto arriverà per procedura scritta.

L’altra grande novità arrivata oggi da Strasburgo, sede del Parlamento europeo, è la forte apertura ad un tetto al prezzo del gas da parte di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE. “L’Unione europea è pronta a discutere un tetto per il prezzo del gas per produrre elettricità”, ha detto la presidente intervenendo al Parlamento europeo riunito in plenaria per discutere gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina.

Parole che arrivano nel bel mezzo delle polemiche europee per il piano approvato dal governo tedesco, un fondo da 200 miliardi di euro per sostenere cittadini e imprese teutoniche nell’aumento dei costi energetici. Una scelta, quella di Berlino di “ballare da sola”, criticata in particolare da Italia e Francia per la rottura di un possibile fronte comune europeo contro il caro energia.

Per questo le parole pronunciate oggi da Ursula von der Leyen assumono un significato ancora più importante. La presidente della Commissione ha specificato che il price cap al gas per generare l’elettricità è “una soluzione temporanea fino allo sviluppo di un nuovo indice dei prezzi della Ue che garantisca un migliore funzionamento del mercato. La Commissione ha avviato i lavori su questo”.

Dobbiamo considerare i prezzi del gas anche al di là del mercato dell’elettricità. Un simile tetto ai prezzi del gas deve essere concepito in modo adeguato per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. E si tratta di una soluzione temporanea per far fronte al fatto che il Ttf, il nostro principale parametro di riferimento per i prezzi, non è più rappresentativo del nostro mercato, che oggi include più Gnl (gas naturale liquefatto, ndr)”, ha aggiunto von der Leyen.

La presidente della Commissione ha fatto il punto sulla questione consumi: “Abbiamo ridotto il nostro consumo di gas di circa il 10%. Le forniture di gas russe da gasdotto sono diminuite dal 40% al 7,5% di oggi. Abbiamo compensato questa riduzione con l’aumento delle importazioni di Gnl e gasdotti, principalmente dai nostri fornitori affidabili come gli Stati Uniti e la Norvegia. Lo stoccaggio di gas nella Ue è ora al 90%. Questo è il 15% in più rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso”, ha sottolineato.

Dopo l’intervento in Parlamento, nel corso del suo briefing quotidiano il portavoce della Commissione Eric Mamer ha specificato meglio le proposte su cui si sta lavorando in Europa, ovvero due tipi di tetto al prezzo del gas: una è “un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità” e l’altro riguarda “un cap sull’energia scambiata in Europa fin tanto che stiamo lavorando a una riforma dell’indice Ttf“. Mamer che ha inoltre specificato come la presidente von der Leyen “non ha menzionato un price cap al gas importato dalla Russia“.

Redazione

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