Carta e penna per chiedere il ‘commissariamento‘ della gestione dell’emergenza Coronavirus alla Regione Lombardia. È l’appello rivolto dal movimento delle Sardine al premier Giuseppe Conte, in una lettera che Mattia Santori e soci hanno inviato al presidente del Consiglio questa mattina.

Nell’intervento si fa riferimento ai medici, infermieri, operatori sanitari e del volontariato che “affrontano quotidianamente questa emergenza”. Per loro e per le cittadine e i cittadini tutti della regione Lombardia, “per coloro che hanno visto portarsi via un amico o un’amica o un familiare, da questa epidemia”, le Sardine chiedono un intervento energico del governo.

Il motivo è da ricercare nel “fallimento del modello lombardo, quello che il fumo della propaganda ha venduto come esempio di eccellenza, quello che in questi anni ha basato la sanità sul concetto di business ha palesato le sue carenze, le sue fragilità”.

Le Sardine ricordano infatti come “le persone positive al Covid-19 sono entrate in contatto con gli anziani delle Rsa, così le mascherine rese obbligatorie da un’ordinanza della giunta Fontana, non erano più reperibili per chi affrontava questa guerra silenziosa in prima linea”.

Il movimento nato a Bologna, ritenuta “inadeguata” la gestione politica dell’emergenza posta in essere dalla Regione Lombardia, ritiene quindi che non ci siano “margini minimi di sicurezza per una piena riapertura, come ha proposto la stessa Giunta Fontana in queste ore”.

Per questo quindi arriva la richiesta forte a Conte e al suo governo di “ricondurre a sé alcune competenze come la sanità e la gestione emergenziale in Regione Lombardia”.

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