Prima l’accelerazione, il tentativo di sorpasso a destra. Poi la frenata. La strategia messa in campo ieri dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, ha generato qualche sospetto a Palazzo Chigi. Il presidente della Regione ha prima chiesto la riapertura di tutte le attività produttive allo scoccare del 4 maggi salvo poi aggiustare il tiro in serata, precisando: “Non parliamo di attività produttive, di competenza del governo centrale, ma delle attività ordinarie. Una graduale ripresa che dovrà essere concordata con il governo”.

In poco più di 24 ore l’amministrazione della Regione più colpita è passata dalla linea intransigente del “no alla riapertura di cartolerie e librerie” voluta dal governo, al piano per il riavvio della Lombardia con la strategia delle 4D (distanza, dispositivi, digitalizzazione, diagnosi). Un cambio di passo dietro il quale il governo vede la regia del partito del governatore Fontana, la Lega, e del suo segretario, Matteo Salvini.

L’obiettivo sarebbe duplice: da un lato creare un nuovo caso Lombardia, che distolga l’attenzione dalle vicende giudiziarie legate al Pio Albergo Trivulzio e alle Rsa, dall’altro restituire l’immagine di una Regione impegnata a “chiuderla con le chiusure“, come ha detto l’ex ministro dell’Interno in diretta Facebook.

E così, il presidente del Consiglio non risponde direttamente ma affida la reazione prima al viceministro dello Sviluppo Economico Buffagni, che bolla la proposta lombarda come  “Un errore”, poi al ministro degli Affari regionali Boccia che getta acqua sul fuoco.”Il presidente Fontana – dice – fa parte della cabina di regia nazionale con le Regioni e i comuni, il luogo istituzionale in cui ci si confronta è quello».

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