"Quando lo sciacallo è un ministro, tutto diventa ancora più intollerabile"
Saviano contro Salvini “ministro della Mala Vita”: è bufera. FI e Fdl: “Rai cancelli programma Insider” e chiarisca favoritismi. Licenza poetica vale per Saviano e non per Facci?
All’indomani di un tweet in cui ha definito il leader della Lega Matteo Salvini “ministro della malavita”, attaccandolo sul caso di Carola Rackete, è bufera su Roberto Saviano. Il giornalista finisce al centro delle critiche soprattutto dei parlamentari di Fratelli d’Italia e Forza Italia membri della Vigilanza Rai, che chiedono che venga cancellato dalla tv di Stato il suo programma ‘Insider’.
Ed è quasi automatico, dal punto di vista della maggioranza, il paragone con la vicenda di Filippo Facci, escluso dalla Rai per una frase in un suo articolo sulla vicenda che coinvolge il figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ora FdI afferma che anche il ‘caso Saviano’ sarà portato in Vigilanza, mentre Salvini annuncia querela: “Per il signor Saviano io sarei il ‘Ministro della Mala Vita’… Altro insulto e altro odio? Altra querela”, scrive su Twitter, rispondendo dunque attraverso lo stesso canale social utilizzato dal giornalista.
Negli stessi minuti Saviano rincara la dose, parlando, ancora su Twitter, del caso di Gabriele Bottone, che “risponde a Matteo Salvini che, nei giorni scorsi, aveva strumentalizzato la vicenda di Feliciana Chimenti, moglie di Gabriele, che ha lasciato marito e figli a causa di un tumore. Salvini ha diffuso sui social notizie false per ottenere qualche like. Lo sciacallaggio sui social è un fenomeno radicato con cui fare i conti, genera o acuisce sofferenze. Quando lo sciacallo è un ministro, tutto diventa ancora più intollerabile”.
Mentre la sfida a colpi di tweet sembra destinata a proseguire, i membri di Forza Italia della Commissione di Vigilanza Rai Maurizio Gasparri, Roberto Rosso, Rita dalla Chiesa e Andrea Orsini hanno presentato una interrogazione chiedendo “come i vertici della Rai valutino le offese di Saviano ad esponenti politici e se Saviano goda di una sorta di impunità, a differenza di altre persone, che gli consente di offendere le persone e di poter svolgere una funzione importante di conduzione di programmi del servizio pubblico”.
I parlamentari azzurri sottolineano che a fronte della cancellazione del programma di Facci, “non risulta che la Rai abbia cancellato per la prossima stagione il programma che sarà affidato a Roberto Saviano, il quale non soltanto in passato diede della ‘bastarda’ al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma che ieri ha rincarato la dose contro il ministro Matteo Salvini e l’intera maggioranza”.
Da FI proseguono: “Fateci capire: o il codice deontologico della Rai ritiene corretto dare della bastarda al primo ministro, malavitoso a un importante ministro e definire ‘bande’ i partiti di governo, cioè i suoi azionisti pro tempore, oppure significa che qualcuno, ma solo qualcuno, nel paese e nella televisione di Stato ha libertà di insulto e di politicamente scorretto in nome di una non specificata superiorità morale e culturale, una sorta di licenza poetica che vale per Saviano ma non per Facci“.
Anche FdI è sulla stessa linea, con diversi parlamentari, e in particolare tutti quelli che fanno parte della Vigilanza Rai, che sottolineano come “definire un ministro della Repubblica italiana ‘ministro della mala vita’” equivalga “a disprezzare le istituzioni italiane, e rende un personaggio come Saviano incompatibile con la tv pubblica. Le parole di Saviano contro il Governo vanno ben oltre la critica. Si tratta di insulti con parole inaccettabili nel merito e nei toni gravissime, incompatibili con il servizio pubblico”. Mentre il capogruppo del partito alla Camera, Tommaso Foti, si dice “certo” di una presa di posizione dei vertici Rai sulla vicenda.
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