Lo aveva annunciato sulla sua pagina Facebook. “Roma avrà un Museo della Shoah. La prossima settimana metteremo la prima pietra e inizieranno i lavori a Villa Torlonia. È una bella notizia per la nostra città. Vorrei che questo tema si tenesse fuori dal fango da campagna elettorale. La memoria è una cosa importante. Ci vuole rispetto”, ha scritto qualche giorno fa la sindaca di Roma Virginia Raggi annunciando l’inizio del nuovo progetto. La sede fa storcere il naso a molti. Il Museo della Shoah sorgerà a poche decine di metri di distanza da quella che fu anche la residenza di Benito Mussolini.

Ma l’iniziativa non piace alla comunità ebraica della Capitale che vede nella decisione di avviare ora il progetto un nuovo strumento per rinvigorire la campagna elettorale, in vista delle amministrative. Tanto che la Comunità ha dato forfait alla cerimonia della posa della prima pietra del Museo della Shoah. “La concomitanza con la campagna elettorale rende inopportuna una cerimonia per un progetto che sarebbe dovuto essere inaugurato già anni fa“, hanno dichiarato all’Ansa alti esponenti della Comunità ebraica di Roma. E poi hanno aggiunto: “La memoria è un valore imprescindibile che deve unire la città di Roma e non prestarsi a protagonismi elettorali. Per questa ragione la Comunità non parteciperà all’evento, come a qualsiasi altro evento pubblico di natura elettorale“.

Ma non ci sta il Comune che risponde alle polemiche, ribadendo che l’iter andrà avanti: “Non abbiamo fatto niente di male… A luglio, dopo 16 anni, abbiamo sbloccato i fondi e con l’ultima variazione di bilancio siamo pronti a partire. Un grande Museo della Shoah, al pari delle altre capitali mondiali, è un segnale bellissimo ancor più in un momento in cui si registrano preoccupanti rigurgiti antisemiti”.

Andrea Lagatta

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