I  rumors degli ultimi giorni sono stati confermati: quattro liste della coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Catello Maresca sono state bocciate. Stesso discorso per una civica dello schieramento di Alessandra Clemente. Nel caso del pm con ambizioni da primo cittadino, decisivi sono stati i ritardi nella consegna della documentazione necessaria. Improvvisazione? Dilettantismo? Certamente sì, ma non è l’unica causa. Dietro il clamoroso flop delle liste c’è anche il caos all’interno del centrodestra, spaccatosi sulla scelta dei candidati alla presidenza delle Municipalità. Un pasticcio senza precedenti, insomma, che mischia nuovamente le carte in tavola facendo perdere terreno a Maresca e rilanciando Antonio Bassolino che molti vedono già al ballottaggio con Gaetano Manfredi.

Presentate ufficialmente sabato mattina, le liste sono state bocciate ieri dalla commissione prefettizia. Si tratta delle civiche Maresca Sindaco e Catello Maresca, di Prima Napoli, cioè la formazione ispirata dalla Lega che a Napoli ha scelto di andare alle urne senza il proprio simbolo, oltre che del Partito animalista. Il motivo è presto detto: gli elenchi dei candidati, stando alla motivazione fornita dalla commissione, sarebbero stati presentati in ritardo, sebbene di pochi minuti. Pare, però, che mancassero anche alcuni documenti. Un duro colpo per Maresca che ha annunciato ricorso al Tar ma che, nel frattempo, deve fare i conti con una coalizione ormai in frantumi. La “pietra dello scandalo” è stata la scelta dei candidati alla presidenza delle dieci Municipalità che all’interno della coalizione del magistrato aveva già creato tensioni tra componenti civiche e partiti. L’idea era quella di andare uniti al voto e, in questo senso, i leader avevano deciso di spartirsi le candidature alla presidenza delle Municipalità: due ciascuno a Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, quattro alle liste civiche messe insieme da Maresca.

Secondo indiscrezioni, il pm avrebbe voluto candidare dieci presidenti di estrazione civica scelti direttamente tra i nomi delle sue liste. I vertici dei tre partiti si sarebbero opposti e, a quel punto, Maresca avrebbe evitato di affrontare la questione convinto che, al momento opportuno, la “vecchia politica” avrebbe fatto un passo indietro lasciandogli campo libero. Così non è andata, visto il finimondo che poi si è scatenato. Insomma, il pm, che aveva promesso controlli rigidissimi e massima trasparenza sugli elenchi dei candidati, non è stato capace di gestire non solo le ambizioni dei suoi sostenitori ma soprattutto quella contrapposizione tra la parte civica e quella politica della sua coalizione che egli stesso ha alimentato per settimane arrivando persino a oltraggiare i simboli dei partiti. Alla spaccatura tra civici e politici ne è seguita un’altra: Forza Italia ha scelto di sostenere le ragioni di Maresca, trovando un accordo sulle Municipalità a differenza di Lega e Fratelli d’Italia che ne sono rimasti esclusi.

Difficile prevedere le conseguenze del caos all’interno della coalizione di Maresca. Certo è che, se l’esclusione delle quattro liste del pm dovesse essere confermata, un consistente pacchetto di voti resterebbe privo di un “proprietario”. Il che potrebbe avvantaggiare Antonio Bassolino che, secondo i sondaggi, sta recuperando circa il 2% di consenso a settimana. La prospettiva, dunque, potrebbe essere quella di un clamoroso derby nel centrosinistra: da una parte Manfredi, il candidato scelto da Partito democratico e Movimento Cinque Stelle, e dall’altra Bassolino, fondatore di quello stesso Pd che non ha esitato a scaricarlo all’epoca delle inchieste sulla gestione dei rifiuti. A rimescolare ulteriormente le carte potrebbe essere il voto disgiunto.

Se nelle Municipalità si possono votare soltanto il candidato consigliere e il partito di appartenenza, dando così in automatico la preferenza al relativo candidato presidente, per il Comune non funziona così. In questo caso, per esempio, è possibile votare il candidato consigliere di un partito di centrodestra e, nello stesso tempo, il candidato sindaco di un diverso schieramento. Considerata la tensione che si respira nel centrodestra, non è escluso che molti elettori possano fare questa scelta. L’ulteriore conseguenza della definitiva bocciatura delle liste potrebbe essere ancora più paradossale per Maresca. “Fatte fuori” due delle sue civiche, il pm potrebbe vedersi costretto ad affidarsi a Forza Italia e Fratelli d’Italia, cioè a quella componente politica dalla quale ha sempre tentato (maldestramente) di tenere le distanze. E per lui sarebbe l’ennesima figuraccia.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.