È straordinaria la scoperta avvenuta a Varsavia, in Polonia al Warsaw Mummy Project. Nessuno, prima del 2016, aveva mai messo in discussione che quella mummia arrivata nel 1826 nella capitale polacca, con un nome maschile sul sarcofago, non fosse il sacerdote Hor-Djehuti e non fosse neanche un maschio. Ne erano tutti convinti. Poi è stato scoperto che si trattava una donna. E infine, in questi giorni, la nuova ricerca: quella donna mummificata era incinta.

È la prima volta che viene scoperta una mummia incinta. La mummia è stata sottoposta a numerose scansioni tomografiche, raggi X e una visualizzazione tridimensionale. Tutte queste tecnologie all’avanguardia hanno permesso di arrivare alla conclusione che la donna era incinta di almeno 26-28 settimane e che prima della mummificazione il feto non venne rimosso. Le ragioni per le quali non venne rimosso sono ancora sconosciute per i ricercatori. Non sarà neanche facile risalire al sesso del feto.

Una cosa pero è certa: la mummia è finora l’unica riconosciuta al mondo con un feto nel grembo materno. La donna è morta intorno ai 20-30 anni e i tessuti con i quali è stata mummificata contengono sue tracce di sangue. Infatti, la fase successiva del progetto prevede l’analisi da parte dei ricercatori della composizione del sangue. Solo dopo aver studiato a fondo quest’ultimo, si potrà risalire alla causa del decesso.

La nostra prima sorpresa è stata che non ha il pene, ma invece ha il seno e i capelli lunghi, e poi abbiamo scoperto che è una donna incinta“, ha detto all’Associated Press Marzena Ozarek-Szilke, antropologa e archeologa. “Quando abbiamo visto il piedino e poi la manina (del feto, ndr) siamo rimasti davvero scioccati.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia