I sindaci: "Chiusura fino al 6 dicembre"
Scuole, De Luca allontana la ripartenza: “Il 24 è solo una previsione, i genitori sono preoccupati”
“La riapertura della scuola per il 24 era una previsione ma noi non apriremo nulla se non avremo la sicurezza dal punto di vista epidemiologico”. E’ quanto precisa il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì.
“Abbiamo approvato un’ordinanza che prevede la possibilità di riapertura degli asili e delle prime elementari ma abbiamo subordinato questa eventuale apertura a un accertamento epidemiologico. In questo momento abbiamo un’ondata di richieste per non aprire, i genitori sono sinceramente preoccupati” spiega il presidente che aggiunge: “Abbiamo scelto una linea di rigore e di tutela della vita dei bambini, delle loro famiglie, dei loro compagni di scuola, manterremo una linea di rigore. Quindi, non anticipo nulla, ma è possibile, forse probabile che non si riapra quando abbiamo previsto di aprire, e comunque non riapriremo nulla se non abbiamo certezze dal punto di vista sanitario”.
De Luca ribadisce quanto detto già nei giorni scorsi da Lucia Fortini, assessora all’Istruzione della Regione Campania: “Il lavoro è in corso e probabilmente andremo con questo screening anche oltre la data di possibile riapertura, andremo probabilmente con una proroga, ma tranquillizzo tutti: non riapriremo nulla se non avremo condizioni di assoluta tranquillità”.
I SINDACI CHIEDONO DI NON RIAPRIRE LE SCUOLE – I sindaci campani chiedono al governatore Vincenzo De Luca di far slittare la riapertura delle scuole dell’infanzia e delle prime classi delle primarie, prorogandone la chiusura al 6 dicembre, in modo da poter completare gli screening sanitari previsti. In una nota dell’Anci Campania, firmata dal presidente Carlo Marino (sindaco di Caserta), “è stato effettuato un numero di tamponi molto limitato (ad oggi circa 2.000) su una platea stimabile di circa 150.000 potenziali aventi diritto, tra personale docente e non docente, alunni e relativi familiari”; ciò, si spiega, è dovuto soprattutto alle “notevoli difficoltà registrate nell’accesso ai servizi di prenotazione. Sappiamo che si stanno implementando ulteriori e più efficienti modalità di prenotazione della prestazione da parte degli utenti, che potrebbero portare ad avere a disposizione informazioni su un campione più significativo e ampio, con dati più utili a supportare qualsiasi decisione. Appare evidente, tenuto conto che l’Ordinanza 90 prevede di proseguire lo screening anche per le altre classi fino alla classe prima delle scuole secondarie di primo grado, la necessità di provvedere ad un’estensione del periodo utile all’effettuazione dello screening fino al prossimo 6 dicembre. Appare utile segnalare che in molti Comuni, i Sindaci con propria ordinanza hanno disposto o intendono disporre la chiusura delle scuole fino al prossimo 6 dicembre, raccogliendo in tal senso grandi preoccupazioni delle famiglie rispetto ad una possibile riapertura. Inoltre ci stanno arrivando in queste ore numerose segnalazioni non solo dei primi cittadini, ma anche di associazioni di genitori vicine al mondo della scuola allarmate per una intempestiva ripresa della scuola in presenza. Si ritiene quantomeno opportuno – conclude la nota – suggerire il rinnovo dell’Ordinanza 90 nella parte che disciplina lo screening, estendendone i termini di esecuzione al 6 dicembre sin da ora, senza ulteriormente attendere il termine del 23 novembre per effettuare ulteriori valutazioni che rimangono sua esclusiva prerogativa”.
I PEDIATRI DI FAMIGLIA – “Sarebbe un errore gravissimo riaprire ora». «Sarebbe un errore gravissimo riaprire ora le scuole e tornare alla didattica in presenza”. Un monito che la sezione Campania della Federazione Italia dei Medici Pediatri indirizza all’Unità di Crisi Regionale, che sta valutando un ritorno, anche se parziale, alla didattica in presenza. “Qualunque pediatra sa bene quanto sia importante la scuola per i bambini e nessun pediatra di famiglia potrebbe mai accettare che si limiti il diritto allo studio, ma soprattutto alla socializzazione, dei più piccoli”, dicono Antonio D’Avino e Giannamaria Vallefuoco (FIMP). “Ciò nonostante sarebbe un grave errore riaprire le scuole ora, il virus non ce lo consente”. I pediatri sono ben consapevoli di come le scuole possano favorire la diffusione del contagio, “il rischio – dicono – è soprattutto dato dai contatti all’esterno dei plessi scolastici, in attesa dell’inizio delle lezioni o all’uscita, quando decine e decine di studenti entrano in contatto con gli adulti che accompagnano o vengono a prendere i propri figli”. Peraltro è ben nota l’oggettiva difficoltà nell’adozione di adeguate misure di contenimento soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove non vi è obbligo di mascherina. Giannamaria Vallefuoco, segretario FIMP Campania, che già nel corso della prima ondata ha sostenuto l’importanza di tenere aperte le scuole primarie e secondarie, oltre quelle dell’infanzia, ora invita tutti a comprendere le ragioni per le quali aprire le classi sarebbe un errore. “Come tutti i virus anche il Covid si nutre di interazioni sociali. È così che questo agente patogeno buca le nostre difese e si insinua nelle nostre case. Non è in discussione né l’importanza della scuola per i bambini, né il sistema di contenimento messo in atto negli istituti. Il problema è “l’indotto di relazioni sociali” e le interazioni che inevitabilmente si generano con l’apertura in presenza delle classi”. In sostanza, per i pediatri la riapertura delle scuole potrebbe rivelarsi un grosso problema.
“In Campania -dice D’Avino- siamo arrivati a questo nuovo lockdown come unica alternativa al diffondersi incontrollato del virus. Condividiamo molte delle argomentazioni sostenute da coloro che chiedono la riapertura in presenza della scuola, ma nessuno deve mai dimenticare che l’unico modo per limitare la propagazione del virus è ridurre drasticamente i contatti sociali. Tra qualche settimana, oltre il SARS-CoV-2, circoleranno tanti altri virus, responsabili dell’influenza e di malattie respiratorie anche severe, come le polmoniti e le bronchioliti, che richiederanno un impegno sempre maggiore dei pediatri del territorio, già allo stremo per l’assistenza svolta. In questo contesto, mai prima d’ora rilevato, la consueta diffusione delle patologie respiratorie all’interno delle scuole metterebbe in ginocchio il Servizio Sanitario regionale, in questo momento sull’orlo del precipizio. Questa è una di quelle condizioni in cui dobbiamo avere il coraggio di scegliere il male minore, atteso che la scelta di privare i bambini del confronto quotidiano in presenza con i propri coetanei è dolorosissima: riaprendo le scuole calpestiamo il diritto fondamentale di ogni cittadino campano alla salute, individuale e della collettività, oltre a favorire un aumento dei contagi”.
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