Dalla pandemia l’Italia ha capito che tutto è possibile. Per questo motivo il Governo le sta pensando tutte per non arrivare nuovamente impreparato nel caso di una seconda ondata. La materia è delicata soprattutto per quanto riguarda la scuola. Sono tre gli scenari che l’Istituto Superiore di Sanità ha prefigurato a ottobre con la riapertura della scuola. Si chiama “Preparedness”, preparazione a “minimizzare i rischi posti dalle malattie infettive e per mitigare il loro impatto” ed è il documento in sei pagine che spiega scenari e soluzioni da adottare.

Il documento prevede l’allerta si prolungherà per tutto l’inverno, fino a marzo 2021 e ammette che i rischi maggiori di contagio sono in classe: “Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni”. Speranza però non cede di un millimetro: “A scuola si tornerà e si tornerà in sicurezza”.

SCENARIO 1 – Il primo scenario è detto “trasmissione localizzata”, o meglio la situazione attuale ad agosto 2020. L’incidenza dei casi è sotto controllo, con focolai che fanno aumentare l’indice Rt. La soluzione sono il rispetto delle misure di sicurezza, già adottate, e la precisa tracciabilità dei contati positivi.

SCENARIO 2 – Il secondo caso riguarda l’eventualità che aumentino improvvisamente i contagi ma creando una situazione ancora gestibile senza interventi straordinari. Basta il sistema sanitario normale e gli accorgimenti della quarantena.

SCENARIO 3 – Lo scenario 3 ipotizza una seconda ondata di Coronavirus, e una situazione simile a quella già vissuta: numeri altissimi di contagiati, malati che necessitano di terapia intensiva.

LE SOLUZIONI – A questi scenari corrispondono azioni per affrontare ogni situazione. Come prima cosa viene segnalata la necessità di favorire il coordinamento con le Regioni per poter prendere misure idonee. Monitorare costantemente la situazione. Il riferimento è al controllo che il ministero della Salute sta già effettuando grazie al monitoraggio settimanale che tiene conto di 21 indicatori e, sulla base di un algoritmo, calcola la tenuta delle strutture sanitarie nelle varie regioni e dunque anche la risposta da fornire nei casi più gravi. Poi grande importanza è data alla comunicazione di dati ufficiali. Contagi, sui tamponi effettuati, sui malati e tutto quello che riguarda l’eventuale espansione dell’epidemia, deve essere sempre aggiornata con dati affidabili provenienti dalle Regioni che diano la percezione esatta dell’evoluzione o regressione dell’epidemia.

Particolare attenzione deve essere data alla scuola e alle Residenze per anziani che durante la prima ondata sono state pericolosi focolai. “Si dovrà provvedere al rafforzamento dei presidi sanitari” e in particolare a quei “dipartimenti per la prevenzione” che certamente garantiscono la tenuta del sistema e la capacità di prevenire situazioni di alto rischio. Quindi posti letto negli ospedali, ordinari e terapie intensive, farmaci, formazione e dpi.

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