Il suo nome era Masooumeh
Si toglie il velo a scuola, ragazzina di 14 anni violentata e uccisa dalla polizia in Iran

Masooumeh aveva appena 14 anni ed è l’ennesima vittima della repressione del regime iraniano contro i ragazzi e le ragazze che stanno protestando in piazza da settembre. Viveva in un quartiere povero di Teheran e, in segno di protesta, aveva deciso di togliersi il velo a scuola. La polizia morale l’ha identificata tramite le telecamere di sorveglianza, e l’ha arrestata. Poco dopo è stata portata in ospedale per una grave emorragia vaginale, che l’ha uccisa. La storia di questa giovane iraniana è stata raccontata dall’ong Center for Human Rights in Iran e riportata dal New York Times. La madre aveva annunciato di voler denunciare la situazione pubblicamente ed è scomparsa.
Lo stupro come arma di repressione e ricatto verso i manifestanti arrestati è nell’arsenale di Teheran. Non è quindi il primo caso in cui viene usata per colpire i giovani, maschi e femmine colpiti indistintamente, che stanno protestando dalla morte di Mahsa Amini, 22enne curda uccisa dalla polizia, secondo la quale non indossava a dovere l’hijab.
I precedenti: Nika Shahkarami, una giovane di 16 anni che aveva bruciato il velo in pubblico, è stata arrestata ed è morta nelle mani della polizia morale. L’autopsia sul suo corpo ha mostrato che cranio, bacino, anca, braccia e gambe erano fratturati. In un altro rapporto la Cnn denuncia come una giovane di 20 anni sia stata arrestata, presumibilmente con l’accusa di aver guidato le proteste, e poco dopo è stata ricoverata in un ospedale di Karaj, tremando violentemente, la testa rasata, e un’emorragia rettale in corso. Successivamente è stata riportata in carcere.
Diverse ong hanno denunciato casi di bambini e bambine accusati di sostenere i movimenti di protesta e per questo sottoposti a torture fisiche e psicologiche mentre si trovano in custodia o quando sono a scuola. Il direttore esecutivo del Centro, Hadi Ghaemi: “Dopo decenni di propaganda statale nel sistema educativo per fare il lavaggio del cervello ai bambini, la Repubblica islamica sta scoprendo che i bambini sono diventati una caratteristica distintiva del movimento del paese per il cambiamento sociale e politico”.
Un’altra ragazza, minorenne, Paria Faramarzi, 16 anni, ha subito una grave lesione oculare mentre era si trovava richiusa nella prigione di Adelabad a Shiraz, un carcere dedicato a ‘detenuti violenti’, dove è stata illegalmente detenuta senza alcun ordine giudiziario per quasi due mesi e senza essere mai stata informata del motivo. È stata operata d’urgenza perché il flusso sanguigno all’occhio era bloccato a causa di un trauma, e rischiava di diventare cieca.
Amir Mohammad Jafari, a Karaj nella provincia di Alborz, è stato torturato durante gli interrogatori e condannato a 25 anni di carcere, ha riferito il Consiglio di coordinamento dell’Associazione iraniana degli insegnanti. I suoi genitori hanno detto che l’ultima volta che è stato loro permesso di fargli visita, le unghie di Amir sembravano “frantumate”.
Altri minori rapiti e presi da agenti di sicurezza ad Abdanan, nella provincia di Ilam, il 6 dicembre scorso: Pouria Mohammadzadeh, 13 anni, suo fratello Mohammad-Yousef Mohammadzadeh e Yazdan Hasseli, entrambi 15 anni. Sono trattenuti in un luogo sconosciuto. Punizioni e abusi perpetrati nelle aule di scuola, come hanno denunciato diversi genitori al centro.
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