Nel suo intervento alla convention internazionale dei Conservatori Giorgia Meloni ha toccato un tema cruciale a cui la sinistra e per la verità tutta la politica italiana, dovrebbe dedicare la massima attenzione impegnando le migliori energie intellettuali di cui dispone. Ci riferiamo al binomio inscindibile libertà/sicurezza. In un passaggio Giorgia Meloni, dopo aver rivendicato la politica del “buon senso”, ha dichiarato: “Se non sei sicuro non sei libero”.

Il tempo di una revisione

La priorità attribuita ai temi della sicurezza e l’appello alla libertà di espressione sono due delle principali ragioni che spiegano il successo del centrodestra in Europa e negli Stati Uniti. Stupisce che la rilevanza di questo binomio – radicato in quelli che Nicolò Machiavelli ha definito “gli umori du’ popolo” sia così gravemente sottovalutato negli ambienti progressisti. Sarebbe l’ora di una profonda revisione culturale, prima ancora che politica: deve cambiare il modo in cui la sinistra guarda alle democrazie costituzionali. Quasi sempre si dimentica che le libertà garantite dallo Stato di diritto non sono appese nel vuoto.

Come è avvenuto per la formazione dello Stato Nazione in Europa, anche le odierne democrazie costituzionali poggiano sulle solide fondamenta offerte dal monopolio della forza nonché su alleanze internazionali quali la NATO o altre intese militari che uniscono in Asia gli Stati Uniti a paesi come il Giappone, l’India e altre democrazie asiatiche. Come si può dimenticare che la libertà si appoggia anche sulla canna del fucile? Se fossero ancora qui, basterebbe chiederlo ai partigiani che presero le armi in pugno nel nostro paese o agli inglesi che impedirono ai nazisti di invadere l’Inghilterra.

A nostro avviso il binomio sicurezza/libertà non dovrebbe essere oggetto di divisioni politiche, ma appartenere a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche, come bene comune. Come si può parlare di libertà quando ai cittadini manca la sicurezza fisica, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, sociale e sanitaria? Su quali basi costruire un sentimento comune? La migliore risposta è – a nostro avviso – trarre ispirazione da una felice espressione di Karl Popper: “Abbiamo bisogno della libertà perché lo Stato non abusi del suo potere e abbiamo bisogno dello Stato per impedire l’abuso della libertà”.

Nel contesto geopolitico attuale e con le dinamiche di potenza che caratterizzano l’arena internazionale, lo Stato in Europa non è più un baluardo sufficiente. È l’Unione europea che dovrebbe subentrare per garantire piena sicurezza e libertà. È partendo da questa visione comune che dovrebbero svilupparsi le diverse posizioni – e non sono poche – che oppongono la destra e la sinistra.

Marco Mayer, Valeria Fargion

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