Esce dal carcere Alessio Spaziano, il camionista 26enne che venerdì ha investito e ucciso Adil Belakhdim, sindacalista 37enne dei Si Cobas, durante un picchetto di protesta davanti al centro logistico della Lidl a Biandrate, nel Novarese. È quanto stabilito dal gip al termine dell’udienza di convalida che si è tenuta questa mattina nel carcere di Novara. Per l’autotrasportatore casertano sono stati disposti gli arresti domiciliari.

“Nel dare la sua piena disponibilità, ha ricostruito i contorni di una vicenda drammatica, che ha colpito diverse persone: si tratta di una vicenda triste ma è stato un incidente”, ha spiegato a LaPresse l’avvocato Gabriele De Juliis, legale di Spaziano.

Le accuse nei confronti del 26enne della provincia di Caserta, originario di Dragoni ma residente a Baia e Latina, sono omicidio stradale, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Quest’ultima accusa si riferisce in particolare al tentato messo in atto da un agente della Digos della Questura di Novara di fermare il camionista, appoggiando il proprio distintivo sul parabrezza del camion e intimando l’alt.

L’interrogatorio nel carcere è durato circa tre ore, l’autotrasportatore si è detto più volte dispiaciuto e ha precisato che non aveva intenzione di investire nessuno.

L’avvocato De Juliis ha riferito al Corriere che il suo assistito “non si è accorto di aver ucciso il sindacalista. È scappato solo per paura di essere linciato. Ha detto di non essersi nemmeno accorto di avere una persona dietro l’autoarticolato. Con molta probabilità ha fatto una manovra azzardata, ma del tutto inconsapevole. E soprattutto senza volontà di compierla. Poi è fuggito per paura. Sapeva che scegliendo di forzare il posto di blocco avrebbe rischiato di essere picchiato dai manifestanti”.

Dopo aver travolto e ucciso Adil, Spaziano si era infatti fermato in una piazzola per telefonare al padrino di cresima, un sovrintendente della polizia di stato in servizio in Campania. “E’ successo un casino, cosa devo fare?”. Sono le parole pronunciate al telefono dal 26enne, che aveva quindi raccontato quanto accaduto. Il poliziotto gli aveva quindi intimato di “tornare indietro, perché altrimenti passerai guai peggiori”.

La telefonata al padrino di cresima è stata sottolineato dallo stesso avvocato: “In pochi attimi, dopo essersi allontanato, ha avuto la lucidità di capire che cosa era successo e chiamare il suo conoscente. Non ha scelto una persona qualunque ma un poliziotto. Per lui quello è stato il modo di costituirsi”.

La decisione di concedere i domiciliari a Spaziano, ha sottolineato l’avvocato Eugenio Losco, legale che assiste Assia Lucia Marzocca, moglie di Adil Belakhdim, è “comunque una misura cautelare detentiva che il giudice ha ritenuto evidentemente sufficiente per evitare il pericolo di recidiva. Non cerchiamo vendetta, l’importante è che sia fatta giustizia e chiarezza”. Per Losco “i domiciliari sono comunque una misura grave e importante – spiega all’Ansa il legale – mi sorprende invece che la Procura abbia scartato la contestazione di omicidio volontario e abbia tenuto solo quella di omicidio stradale”.

L’avvocato di Spaziano aveva denunciato il clima difficile per il suo assistito e soprattutto i suoi familiari: “Sono giorni terribili per i suoi familiari, alla compagna sono arrivati messaggi molto pesanti che stanno creando grande disagio”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.