Quindici detenuti positivi nel carcere di Poggioreale, tre nel carcere di Secondigliano e uno in quello di Benevento, più oltre una settantina di agenti della polizia penitenziaria e una quindicina di operatori socio-sanitari risultati positivi al Covid nelle varie strutture penitenziarie della Campania. E i numeri, con l’aumento dei tamponi eseguiti, sono destinati ad aumentare. Nel carcere di Poggioreale sono stati finora eseguiti circa un migliaio di tamponi, quattrocento controlli sono stati fatti nella struttura di Secodigliano. Da ieri, inoltre, è partito uno screening ad ampio raggio in base al quale si prevede di eseguire i tamponi a tutti i detenuti e a tutti i dipendenti del carcere di Poggioreale. Stesso discorso per il penitenziario di Secondigliano.

Nei due principali istituti di pena della Campania si prova così a fermare eventuali focolai e a contenere l’ondata della pandemia all’interno delle mura carcerarie, tenuto conto del sovraffollamento e della conseguente carenza di spazi da destinare, all’interno delle carceri stesse, all’isolamento. «Dalle verifiche sanitarie effettuate, il virus ha già varcato le porte del carcere – si legge in un documento firmato dalla giunta della Camera Penale di Napoli e dal direttivo della onlus Carcere Possibile – e, pur essendo la situazione a oggi ancora sotto controllo, è ormai indispensabile agire con la massima celerità affinché gli istituti possano disporre di spazi da destinare all’isolamento sanitario dei casi sospetti e dei detenuti risultati positivi. Spazi allo stato sostanzialmente assenti, a causa delle gravi condizioni di sovraffollamento in cui si trovano in particolare gli istituti di Poggioreale e Secondigliano».

Il tema degli spazi in carcere diventa così la nuova urgenza, assieme alla necessità di garantire la tutela della salute di chi vive e di chi lavora all’interno degli istituti di pena. Avvocati e garante concordano nel riconoscere alle direzioni dei penitenziari e dei reparti sanitari interni alle carceri gli sforzi compiuti per contenere i contagi e gestire al meglio gli effetti della pandemia che infuria sul mondo, ma si rischia di vanificare questi sforzi se di pari passo non si mettono in campo – e qui il compito è della politica – misure per contenere il flusso di presenze negli istituti di pena.

Attualmente la situazione sanitaria è sotto controllo, i detenuti risultati positivi al Covid nelle carceri cittadine sono asintomatici, tranne uno che si trova ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale Cardarelli. I positivi sono in isolamento e tenuti sotto osservazione. Parallelamente sono stati istituiti periodici tavoli tecnici per fare il punto della situazione. L’attenzione è alta. Il momento è delicato non solo per il mondo fuori ma anche per il mondo del carcere. Pochi giorni fa c’è stato un nuovo incontro tra il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, la giunta della Camera Penale di Napoli e il direttivo dell’associazione Carcere Possibile. Al vertice, che ha seguito di alcuni giorni una precedente riunione il cui tema era sempre legato all’emergenza Covid, hanno partecipato anche il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, il garante dei detenuti della Campania, i direttori dei tre istituti di pena napoletani (Poggioreale, Secondigliano e Pozzuoli), e l’associazione Antigone.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).