Altro che agenda Draghi. Sembra che Giorgia Meloni abbia subìto, in passato influenze renziane di non poco conto.  “Chi vince prende tutto” era il mantra del rottamatore, chi non lo ricorda?E d’altra parte già al “pronti via” la Presidente aveva fatto intendere quale fosse la sua pasta, già presidenzialista nei fatti, facendo eleggere tra i suoi, i presidenti di Camera e Senato. La forma arriverà. E ora tocca a lei, alla rottamatrice di destra che però si gioverà ampiamente del sistema del tutto simile allo “Spoils System” architettato sulle ceneri ancora calde della I Repubblica dal Grand Commis de l’État di sinistra, Franco Bassanini, che cancellata l’autonomia dei consigli comunali e destrutturato il sistema degli Enti Locali, mise nero su bianco nel 2001 il meccanismo con il quale il nuovo Governo ha una finestra di tempo di 90 giorni dal momento della fiducia, per rinnovare le nomine dirigenziali del cosiddetto sottogoverno.

Se il governo è la scatola guida e la centralina del sistema pubblico italiano, il resto dell’apparato è il motore che ha il compito di scaricare a terra tutti i cavalli disponibili. E già Guido Crosetto era stato letteralmente “tranchant” in merito, evocando il famoso machete che avrebbe tagliato le teste di tutti coloro che non consentiranno all’esecutivo del fare, di andare spediti nella direzione impressa dalla sua direzione politica. Definito in passato come una sorta di “force tranquille” alla Mitterrand, divenuto poco tranquillo in verità una volta salito al potere, il neo ministro della Difesa, che si è distinto nei giorni scorsi per aver schiaffeggiato anche la BCE sui tassi, facendo già sudare freddo Giorgetti e quei (pochi) nell’esecutivo che s’intendono di economia.

Direttori generali dei ministeri, commissari, agenzie, Bankitalia; e giù nel corpaccione vivo delle figure apicali dello Stato: INPS, INAIL, Istat, Dogane e Monopoli, Agenzia delle Entrate, Demanio, CNR, Cassa Depositi e Prestiti, e poi le grandi aziende partecipate dallo Stato come ENEL, ENI, Poste, Leonardo, Terna e via di seguito. Una pletora di funzionari ai quali sarà richiesta l’intelligenza dell’aquila, la rapidità del cobra, la fedeltà dei colombi. Ma soprattutto l’appartenenza a Fratelli (e cognati) d’Italia! Uno Spoils System che definire selvaggio è riduttivo.  “C’è una classe dirigente nei ministeri e in ogni settore della macchina burocratica che va cambiata in profondità. Non si può pensare di fare politiche nuove e diverse, se nei posti chiave tieni funzionari che hanno mentalità vecchie o servono ideologie di cui noi rappresentiamo l’alternativa” fa sapere tramite “Il Messaggero” il cofondatore del partito della Meloni, Guido Crosetto.

Peccato che la maggior parte dei funzionari abbiano giurato fedeltà alla Repubblica, e non già a questo o quel partito. Come la mettiamo con questa non certo poco rilevante discrasia? Senza contare che organi come la Ragioneria dello Stato hanno il dovere di terzietà e imparzialità rispetto all’esecutivo in carica. Un sistema di pesi e contrappesi sviluppatosi nei decenni dell’Italia liberale e proseguiti con la nascita della Repubblica, battezzati dalla Costituzione e sanciti dalla pratica democratica che fin qui ha caratterizzato il cammino dell’Italia sui sentieri della libertà, della pace e della solidarietà tra i popoli d’Europa e del mondo.  Vediamo di continuare su questa strada, al di là di chi sia chiamato temporaneamente al posto di guida.