Addio beata ignoranza
Terremoto Campi Flegrei, il decalogo della comunicazione d’emergenza: il sisma non è solo un problema napoletano.

Il decalogo della comunicazione d’emergenza:
0. Terremoto, il fuoco e l’acqua sono nella storia di Napoli dai tempi dei greci colonizzatori, quando i Campi Flegrei erano l’incrocio magico di mitologie e location di furiose battaglie tra dèi e semidei, e definirono con “bradýs” lento e “seismós” scossa, il bradisisma. Sul Pianeta c’è una sola area simile alla nostra dove il respiro della Terra si può vedere, ascoltare e…annusare. È il “supervulcano” Yellowstone. Ma due differenze sono abissali. La caldera del parco Usa farebbe danni sulle selvagge terre dell’Ovest, nell’area flegrea è sotto casa. Dieci suggerimenti possono aiutare in questo momento di crisi sismica.
1. Vesuvio e Campi Flegrei sono i luoghi più sorvegliati del mondo con sensori e satelliti che rilevano ogni variazione di parametri fisici e chimici. Questo tranquillizza. Ma i terremoti non si anticipano. E noi dobbiamo imparare a difenderci.
2. Alzi la mano chi ha letto il Piano Comunale di Protezione Civile. È un obbligo di legge diffonderlo, ma nessun comune lo fa. Sono faldoni incomunicabili con linguaggi per supertecnici. I sistemi di IA che ci affascinano e utilizziamo non potrebbero espandere anche sicurezza, rispondendo a domande semplici con Chatbot che interagiscono con i cittadini nel più utile dei feedback?
3. Il tempo è tutto. Più che rassicurare bisogna accelerare in due direzioni: nella prevenzione a lungo termine con campagne di diagnostica antisismica degli edifici di tutta l’area metropolitana e un programma di adeguamento con cantieristica leggera e tecnologie non invasive; e nell’esercitarsi in caso di evacuazione e messa in moto di una macchina di protezione civile senza precedenti.
4. Impariamo ad essere furbi perché non lo siamo. I furbi sono in Giappone o California, Nuova Zelanda o Taiwan dove c’è più sicurezza dal sisma grazie anche a tecnologie e manodopera italiana. Riportiamola in Italia!
5. La paura può essere Thanatos istinto di morte, o Eros pulsione di vita. Dipende da noi. O continuiamo con l’affidamento a miracoli e colpi di fortuna, toccatine di ferro e di cornetti di corallo…Oppure è il momento di rimboccarsi le maniche.
6. Il sisma non è solo un problema napoletano. In Italia 5 milioni di edifici su 13,8 milioni non reggerebbero a scosse importanti. Ma battere il terremoto oggi è possibile con i progressi dell’architettura, dell’ingegneria, della sismologia, della geologia.
7. Napoli con il suo formidabile patrimonio scientifico è l’ambiente ideale per essere prima area metropolitana europea con il più vasto cantiere di investimenti multi-obiettivo per la massima sicurezza sismica, idrogeologica, meteoclimatica.
8. Mai dimenticare che nel Dna della città ci sono i Borbone che, dopo i tremendi terremoti al Sud del ‘600 e del 700, la resero capitale mondiale della prima edilizia antisismica con le prime “Istruzioni” costruttive per le “città nuove” e più resistenti.
9. Addio beata ignoranza, come suggeriva duemila anni fa Lucio Anneo Seneca dopo un sisma: “Poiché la causa del nostro timore è l’ignoranza, non vale la pena di sapere, per non avere più paura? Non c’è argomento più degno…”.
10. Lasciamo al passato i rimpianti e gli errori. Se qualcuno vuole continuare come sempre, si allacci pure le cinture di sicurezza. Ma oggi è tempo di reagire, e ci sono tutte le condizioni per farlo.
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