Pesa il blitz fallito sul referendum-bis
Terremoto in Scozia, si dimette a sorpresa il primo ministro Sturgeon
Nicola Sturgeon lascia l’incarico di primo ministro scozzese. La leader del Scottish National Party, il partito indipendentista-progressista con cui guida il Paese dal 2014, farà un passo indietro, come anticipato dai principali media britannici.
Secondo la BBC Sturgeon avrebbe deciso di dimettersi perché “ne ha avuto abbastanza”, ma probabilmente resterà in carica fino a quando non verrà nominato un successore.
Sulla decisione pesa certamente la stanchezza di guidare il Paese da 8 anni, da quando divenne premier dopo le dimissioni dello storico leader indipendentista Alex Salmond nel 2014, a seguito della sconfitta nel referendum sulla secessione della Scozia dal Regno Unito svoltosi quell’anno.
Ma l’uscita di scena della Sturgeon, salita al potere nel 2014 e poi riconfermata dal voto popolar nel 2016 e nel 2021, rientra anche nei sempre più tesi rapporti con Londra. È fallita infatti la strategia delle premier scozzese di ottenere per via legale e costituzionale un voto popolare bis sull’indipendenza della Scozia, ricevendo un sonoro ‘no’ della Corte costituzionale britannica che ha negato all’approvazione di nuove consultazioni dal Regno Unito col solo sostegno del parlamentino locale di Edimburgo e senza l’approvazione di Downing Street. Una mossa che allontana quasi definitivamente una possibile rivincita rispetto al referendum del 2014.
Che qualcosa stesse cambiando all’interno dello stesso Scottish National Party era ormai evidente, con un “cambio della guardia” già in corso da tempo: il ‘segnale’ era già arrivato dalle dimissioni e dalla sostituzione di Ian Blackford come capogruppo della formazione nel Parlamento britannico di Westminster.
Le dimissioni verranno ufficializzate nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 a Edimburgo (le 12 in Italia).
© Riproduzione riservata